Monte Castellon (zona di interesse archeologico)

Marano di Valpolicella,

L'area del Monte Castellon fu oggetto di numerose indagini sia sulla sommità della collina sia lungo le pendici che permisero di identificare l'area come una vasta zona di interesse archeologico con insediamenti pluristratificati. Ricognizioni condotte nel 1960 permisero di recuperare materiali pertinenti ad una frequentazione dell'età del ferro e tracce del castello medievale che fu oggetto di ampie indagini nel 2007. Nel 1835 Orti Manara portò in luce sul Monte Castellon i resti del santuario di Minerva grazie ad una decina di iscrizioni, tra cui otto ex voto dedicati alla divinità. Tra 2007 e 2010 alcune indagini in estensione hanno permesso di individuare nuovi elementi strutturali e planimetrici: il complesso risulta realizzato su una terrazza creata lungo il pendio del monte tramite taglio della parete rocciosa. Connesso al culto era un canale, con funzioni di isolamento e di drenaggio, collegato ad una fessura nella roccia da cui sgorgava l'acqua. Lo scavo ha evidenziato la presenza di tracce di un'area cultuale protostorica e di un tempio di età tardorepubblicana al di sotto delle strutture individuate dall'Orti Manara. Il rogo votivo è ascrivibile ai Brandopferplatze tipici dell'area retica e alpina tra V-II secolo a.C. Sul sedime dei resti di rogo, tra II a.C. e I a.C., fu realizzato un edificio in muratura: l'area sacra protostorica, caratterizzata da un culto all'aperto, fu monumentalizzata. Di questa fase si sono messi in luce due tratti di muri con resti di intonaci dipinti in crollo in c.d. I stile pompeiano. Le strutture viste dall'Orti sono quindi pertinenti ad una ristrutturazione avvenuat in età imperiale: una cella pseudo quadrangolare circondata da gallerie su tre lati con colonne doriche sui lati N e S e con un colonnato libero sulla facciata sul lato E. A ovest, verso il monte è presente uno stretto corridoio che separa l'edificio dal canale. I pavimenti che circondano l'aula sono battuti cementizi in malta bianca con scaglie litiche, quello dell'aula centrale è un battuto a base fittile con tessere bianche che definiscono cornici geometriche. Il santuario, collocato in età augustea per la presenza di murature in opus reticolatum, si ispira al "tempio o fanum di tradizione celtica" attestato in area gallica e germanica tra I e II secolo

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