Necropoli della Madonna dell'Uva Secca (sito pluristratificato)

Povegliano Veronese, post 200 a.C - ante 1800

Il complesso del Santuario di Madonna dell'Uva Secca (chiesa, abitazione e fabbricato rustico) si trovano in un contesto territoriale densamente insediato nella tarda età del ferro, in età romana e nell'altomedioevo. Numerosi dati e testimonianze indicano che il sedime su cui questi edifici sono impostati sono in continuità con quanto riscontrato nelle aree a esso prossime: a poche centinaia di metri a est del complesso, in località Ortaia (F. 5, part. 337, 451, 502, 365, 470 e altre), sono state scavate circa 500 tombe, di cui 282 incinerazioni di età tardo-celtica e romana, e 196 inumazioni, di cui 163 databili alla fine del VI-VII sec. d.C., con ricchi corredi e modalità di sepoltura tipicamente germaniche con la contestuale sepoltura di animali (un cavallo e due levrieri): si tratta del più grande cimitero longobardo dell'Italia settentrionale, che ebbe una continuità d'uso fino alla fine del VII d.C. o primi decenni dell'VIII d.C. Sempre nella medesima località sono state rinvenute anche alcune strutture dell'insediamento longobardo (le Grubenhaus) che, insieme alla necropoli, si estendevano in direzione del santuario, come hanno confermato le evidenze riscontrate in un'altra area a esso prossima (F.5, part. 272), ove sono state individuate altre strutture altomedievali (tre capanne seminterrate, un pozzo e sequenze di buche di palo forse di una recinzione), oltre che un'ampia porzione del sepolcreto celtico. Lo stesso edificio di culto del Santuario della Madonna dell'Uva Secca, attualmente connotato da caratteristiche architettoniche del XVII sec., costituisce l'ampliamento di una chiesa altomedievale; all'interno dell'aula e all'esterno dell'abside e della facciata, così come all'esterno dei perimetrali dell'attuale fabbricato sono state rinvenute una serie di sepolture a inumazione in nuda terra e entro casse litiche, da cui proviene una guarnizione di cintura di VII d.C., termine ante quem per la costruzione della cappella originaria. La chiesa altomedievale, rimasta in uso fino alla costruzione dell'attuale edificio, fu oggetto nei secoli successivi di alcuni interventi di ripristino del pavimento e dell'apparato decorativo delle murature, di cui sono stati individuati i resti; un piano pavimentale in ciottoli e una decorazione parietale conservatasi in parte nella vecchia abside sono forse riconducibili a un intervento di ristrutturazione di epoca romanica

  • OGGETTO sito pluristratificato
  • MISURE Circonferenza fianchi: 1120.7232115613788 mq
  • AMBITO CULTURALE Periodo Tardo-celtico Periodo Romano Periodo Altomedievale/ Cultura Longobarda Periodo Medievale/ Ambito Romanico Periodo Settecentesco
  • LOCALIZZAZIONE Povegliano Veronese (VR) - Veneto , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa, nella fase di XII sec., è citata da un documento del 13 luglio 1178, riportato nel manoscritto dell'Abate Savoldo con "Sante Marie ad Vithesicium". I resti della chiesa altomedievale sono in parte visibili sotto l'attuale pavimentazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Necropoli tardo-celtica e sepolture di età romana (IIa.C.-I a.C.); necropoli "a righe", strutture abitative, edificio di culto con funzione funeraria pertinenti a un probabile vicus di età longobarda. Chiesa altomedievale, con diverse fasi successive, di cui una romanica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500590355
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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