Profezie materiali

a cura di Allegra Petruzzelli

Franz Josef Pisko, Uno dei primi esemplari di fonautografo (1859), 1865. firstsound.org
Franz Josef Pisko, Uno dei primi esemplari di fonautografo (1859), 1865.

dal Catalogo

Nell’edizione del 1747 delle Philosophical Transactions, prima e più longeva rivista scientifica a livello globale, il chirurgo inglese John Freke (1688–1756), colpito dalle aspirazioni dell’ecclesiastico J. Creed, decise di presentare all’attenzione dei membri della Royal Society la prima “profezia materiale”.

Il chirurgo definì l’idea come “l'effetto di un grande ingegno” e la considerò meritevole di essere diffusa in tutto il mondo.

Il progetto prevedeva la creazione di un macchinario munito di una serie di mine metalliche in grado di imprimere su una pergamena le note di un pianoforte simultaneamente rispetto alla loro esecuzione.

L’idea luminosa di J. Creed rappresenta un esempio paradigmatico di come talvolta sia l’arte a favorire la scienza. L’evoluzione degli strumenti musicali e il loro utilizzo da parte di grandi compositori hanno portato con sé il desiderio di registrare permanentemente le improvvisazioni degli artisti in maniera efficiente e senza ricorrere ad una trascrizione postuma.

Un'invenzione simile, chiamata Melografo, fu concepita dal matematico Eulero e costruita secondo le sue indicazioni da Hohlfeld di Berlino, intorno al 1752. Consisteva in due cilindri rotanti uniti da una striscia di carta sulla quale, grazie a delle matite collegate al meccanismo dei tasti di un pianoforte, venivano segnate le note eseguite.

Seguirono le proposte di grandi menti come: Carreyre (1827), Eisenmanger (1836), M. De Tressog (1840) e Merzelo (1856), tutte con versioni perfezionate del pianoforte melografico. Fu Jeans-Marie-Constant Duhamel (1797-1872), matematico e fisico francese, ad unire per la prima volta le teorie dell’Analisi matematica allo studio dell’acustica.

In particolare, durante il suo periodo di insegnamento allÉcole Polytechnique di Parigi, si concentrò sullo studio delle vibrazioni, arrivando a concepire un procedimento grafico: un cilindro rotante metallico, montato orizzontalmente su una base e con l’asse collegato ad una manovella. Accostando al cilindro in rotazione un diapason con punta scrivente, era possibile evidenziare sulla superficie del cilindro, ricoperta con un foglio annerito, la sinusoide delle onde sonore prodotte dalle vibrazioni del diapason.

Cercando di verificare sperimentalmente le conseguenze della teoria, Jean M.C. Duhamel creò il Vibrografo (o vibroscopio) nel 1843. 

Numerose invenzioni simili si susseguirono negli anni fin quando la nota successiva nella grande melodia del progresso fu suonata da Edouard Leon Scott de Martinville.

Egli era spinto dalla volontà di registrare su carta il suono in modo da conservare le testimonianze artistiche per le generazioni future, di fatto creando una macchina in grado di fare per l’orecchio quello che la macchina fotografica aveva fatto per l'occhio.

Gli esperimenti iniziarono nel 1854 e il 25 marzo 1857 venne brevettato, presso l’Académie des Sciences, il fonoautografo. Quest’ultimo venne presentato come macchina per l’archiviazione di documenti sonori, non era in alcun modo in grado di riprodurre i suoni incisi.

Dopo il parziale successo dell’idea di L. Scott, nell'aprile del 1877, Charles Cros depositò presso l’Académie un plico sigillato contenente la descrizione generale di un dispositivo simile a quello che sarebbe stato il grammofono di Emile Berliner, chiamato paleofono.

Il progetto venne depositato nell’aprile del 1877 ma analizzato degli esperti solo nel dicembre successivo, quando Thomas Alva Edison aveva già presentato il progetto teorico e costruito il primo fonografo funzionante. Il livello di dettaglio e la presentazione di un prototipo, permisero a Thomas A. Edison di vedersi legittimare l’invenzione da parte dell’Académie, a discapito del paleofono di C. Cros.

Il novembre del 1877 rappresenta il culmine di una generazione di tentativi; le prefigurazioni di pensiero dei decenni precedenti confluivano nel cilindro ricoperto di tinfoil di Thomas Alva Edison. 

Elroy M. Avery, Vibroscopio meccanico, 1895. Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0
Elroy M. Avery, Vibroscopio meccanico, 1895.

Poste francesi, Francobollo emessi per il centenario dell'invenzione del fonografo con raffigurato il busto di Charles Cross, 1977, Collezione Giuseppe Buonincontro - ICBSA. Lazio'900
Poste francesi, Francobollo emessi per il centenario dell'invenzione del fonografo con raffigurato il busto di Charles Cross, 1977, Collezione Giuseppe Buonincontro - ICBSA.

Bibliografia

National Phonograph Company, The Phonograph and How to Use It, New York, New York, 1900 (PDF)

Bibliografia in rete

A Dictionary of Music and Musicians/Extemporising Machine, 11/09/2023 (LINK)

Jean-Marie-Constant DUHAMEL (1797-1872), 11/09/2023 (LINK)

Édouard-Léon Scott de Martinville, 11/09/2023 (LINK)