La macchina parlante

Il genio di Thomas Alva Edison

Abraham Archibald Anderson, Thomas Alva Edison con fonografo e cilindri di cera, 1890, olio su tela, 114.3 x 138.7 x 2.5 cm, National Portrait Gallery (Washington, DC) National Portrait Gallery, Smithsonian Institution
Abraham Archibald Anderson, Thomas Alva Edison con fonografo e cilindri di cera, 1890, olio su tela, 114.3 x 138.7 x 2.5 cm, National Portrait Gallery (Washington, DC)

dal Catalogo

Thomas Alva Edison nacque nel febbraio del 1847 a Milan, Ohio. Dopo un breve periodo di residenza a New York e a Newark (NJ), nel 1876 si trasferì a Menlo Park, dove costruì il laboratorio destinato a diventare il più prolifico della storia con oltre mille brevetti: dalla telegrafia all’elettricità, dalla registrazione sonora fino ai Raggi X.

Il complesso ospitava diversi team di collaboratori, i muckers, che sviluppavano numerosi progetti in contemporanea. Proprio a Menlo Park nacquero due delle invenzioni che conferirono a T. Edison l’appellativo di “Wizard of Menlo Park”: la lampadina a incandescenza e il fonografo.

Tra i collaboratori presenti a Menlo Park è importante ricordare i nomi di J. Aylsworth e F. Jehl. Il primo fu un pioniere del mondo plastico; dopo numerosi test per individuare i migliori materiali per la registrazione fonografica, brevettò la condensite: una resina fenolo-formaldeide simile alla bachelite.

Francis Jehl, immigrato di origini tedesche, fu uno degli assistenti più vicini a T. Edison, tanto da dipingerlo come “chi ha dato all’uomo il coraggio di esplorare i domini ignoti che lui stesso ha aperto”. Durante la sua permanenza a Menlo Park tenne un diario, pubblicato con il titolo di “Menlo Park Reminescences”.

Leggendo le pagine dei ricordi del mucker è chiaro come F. Jehl sia rimasto particolarmente affascinato dalla creazione della “wonder machine”: il fonografo. Egli rimembra l’evoluzione della macchina, dall’idea primordiale di T. Edison fino alla presentazione a livello internazionale della “prima macchina in grado di ascoltare, scrivere e ripetere”.

I primi esperimenti vennero eseguiti nel 1876 utilizzando come base di partenza il meccanismo del neonato ripetitore telegrafico automatico. Dopo numerosi tentativi con diversi materiali, come la carta cerata con la paraffina, i risultati promettenti spinsero l’inventore statunitense ad affinare ulteriormente il prototipo.

Il primo suono nella storia ad essere registrato e ripetuto dalla medesima macchina fu “Mary had a little lamb” il 6 dicembre 1877.

Il fonografo rappresentava una novità assoluta. La cattura e la riproduzione delle immagini era un fenomeno conosciuto, ma nessuno avrebbe mai immaginato di poter rappresentare il suono e riprodurlo potenzialmente all’infinito. Proprio per la straordinarietà di questa invenzione i rappresentanti delle diverse Accademie scientifiche si dimostrarono riluttanti ad accettare il fonografo, credendo che fosse lo stesso T. Edison a emettere suoni da ventriloquo a ogni esibizione.

Ogni dubbio cadde il 19 febbraio 1878, quando il Wizard of Menlo Park ottenne il brevetto e l’esclusiva per lo sfruttamento economico del fonografo. L’inventore, con il sostegno di alcuni finanziatori, fondò la Edison Speaking Phonograph Company e iniziò a commercializzare i primi esemplari di fonografo a cilindri.

I primi modelli, ancora a meccanismo manuale, furono venduti per un centinaio di dollari.

T. Edison prospettava per la sua invenzione un utilizzo principalmente legato al mondo degli uffici, della stampa o dell’insegnamento. Il fonografo poteva essere usato come macchina per la dettatura di lettere negli uffici, per la registrazione di messaggi telefonici, per la creazione di libri per non vedenti o come ripetitore per l'insegnamento della dizione. La North American Phonograph Company presentò il fonografo come “una macchina in grado di far risparmiare tempo e soldi, molto più efficiente di qualsiasi stenografo”. Solo in un secondo momento T. Edison si rese conto delle potenzialità della sua invenzione anche in campo musicale.

Il termine “fonografo” deriva dai sostantivi greci φωνή (phonē, suono) e γραφή (graphē, scrittura), ad indicare come il meccanismo consenta di incidere, tramite uno stilo, il suono su di un supporto.

Il primo prototipo ideato da T. Edison prevedeva una membrana vibrante collegata ad una puntina. La prima, sollecitata dalla voce umana, trasmetteva le vibrazioni alla puntina che a sua volta incideva un solco, di profondità variabile e di circa 2.5 mm di larghezza, sul supporto rotante. Quest’ultimo era un cilindro di rame od ottone di dieci centimetri di diametro ricoperto prima di carta cerata, poi di carta stagnola.

Per riprodurre il suono bastava invertire il processo, collegando una seconda membrana alla puntina mentre questa ripassava sui solchi precedentemente incisi. Sebbene il primo fonografo sperimentale di T. Edison usasse apparati di registrazione e riproduzione separati, nelle macchine successive un singolo diaframma e uno stilo servivano a entrambi gli scopi.

Il corpo centrale del fonografo prendeva il nome di mandrino, l’equivalente del piatto di un giradischi, e aveva forma tronco-conica. La puntina responsabile dell’incisione era inserita in un riproduttore, una scatola metallica di forma circolare. Il suono fuoriusciva dal riproduttore direttamente nel corno, che lo amplificava per portarlo a volumi da ascolto in ambiente. Un aspetto importante da sottolineare è il fatto che questi dispositivi non prevedevano nessun apparato per il controllo del volume.

Il riproduttore era guidato meccanicamente da una coclea, in modo che non venisse persa la sincronia con l'avanzamento laterale del solco del cilindro. La velocità di movimento della coclea era unica, di conseguenza i cilindri incisi a velocità diverse non potevano essere riascoltati dalla medesima macchina. 

Il fonografo venne costruito per quattro classi diverse cambiando, a seconda delle diverse esigenze, il meccanismo di registrazione e riproduzione. I primi modelli erano puramente meccanici; il cilindro veniva fatto ruotare da una manovella o da un pedale direttamente dall'operatore. I più economici e diffusi sul mercato diventarono quelli ad orologeria con sistemi a molla più o meno complessi. I modelli più sofisticati prevedevano motori a pile, ad acqua o erano collegati direttamente alla corrente elettrica.

Autore non identificato, Thomas A. Edison in his laboratory - copy after Thure Thulstrup, 1891, Incisione su carta, 47.6 x 32cm, National Portrait Gallery, Smithsonian Institution (Washington, DC) National Portrait Gallery, Smithsonian Institution
Autore non identificato, Thomas A. Edison in his laboratory - copy after Thure Thulstrup, 1891, Incisione su carta, 47.6 x 32cm, National Portrait Gallery, Smithsonian Institution (Washington, DC)

Poste Repubblica Togolese, Francobollo emesso per il centenario dell'invenzione del fonografo, 1977, Collezione Giuseppe Buonincontro - ICBSA. Lazio'900
Poste Repubblica Togolese, Francobollo emesso per il centenario dell'invenzione del fonografo, 1977, Collezione Giuseppe Buonincontro - ICBSA.

Autore non identificato, Tinfoil G. Nigra (1879 ca.), 2003, fotografia digitale, ICBSA. Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
Autore non identificato, Tinfoil G. Nigra (1879 ca.), 2003, fotografia digitale, ICBSA.

Fotografo non identificato, Riproduzione di un'illustrazione per fonografo, 1988, stampa a colori, DVC003930. Fondo Del Vecchio Coen, Archivi Fotografici ICCD
Fotografo non identificato, Riproduzione di un'illustrazione per fonografo, 1988, stampa a colori, DVC003930.

Bibliografia

National Phonograph Company, The Phonograph and How To Use It, New York, New York, 1900 (PDF)

Bibliografia in rete

A Brief Biography of Thomas Edison, 12/09/2023 (LINK)

Thomas Edison's 'Muckers', 12/09/2023 (LINK)

Storia del fonografo, 12/09/2023 (LINK)

Le macchine parlanti, 12/09/2023 (LINK)