La fine della Grande Guerra
"La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta". Con queste parole si apriva il Bollettino della Vittoria firmato dal generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito. Infatti, il 4 novembre 1918, dopo aver sottoscritto l'armistizio di Villa Giusti, con queste parole si annunciò al popolo italiano la fine della guerra e la sconfitta dell'Impero austro-ungarico. Da subito ci si attivò per conteggiare i danni al patrimonio artistico italiano: numerosi centri del nord erano stati bombardati e moltissime opere e monumenti rimasero danneggiati.
dal Catalogo
Le opere mobili che furono trasportate al sicuro oltre la linea degli Appennini, tornarono lentamente nelle loro postazioni originarie. Nel 1919, le soprintendenze diedero il consenso ad abbattere le strutture di protezione costruite attorno ad edifici e sculture. Nonostante le ricollocazioni delle opere d’arte - spostate al sicuro o protette al di sotto di cortine di mattoni e legno - numerose furono le perdite artistiche nelle zone di confine: tra i tanti casi, vi è quello di Villa Soderini – Berti, nei pressi di Nervesa della Battaglia, che proteggeva al suo interno degli splendidi dipinti del Tiepolo andati distrutti. Edifici storici e chiese parrocchiali – che custodivano beni di particolare pregio e valore – furono sfigurati e in alcuni casi distrutti dalle stesse controffensive italiane. Nel comune di Susegana, il Castello dei Collalto rimase bersagliato dalle forze militari italiane fino alla distruzione, a causa dell’insediamento del nemico nel castello. L’indignazione sarà generale: le immagini testimoniano con drammaticità la realtà dei fatti che si mostravano alla fine della guerra; un paese distrutto, ferito e da ricostruire, senza pensare all'incalcolabile numero dei morti e dei feriti. Malgrado le innumerevoli perdite, sarà un momento di riflessione molto importante; infatti, da questo momento in poi, le attività di restauro, di catalogazione e prevenzione diverranno di fondamentale importanza per la tutela dei beni culturali.
BibliografiaM. Nezzo (a cura di), Arte come memoria. Il patrimonio artistico veneto e la Grande guerra, Padova, 2016
P. Callegari - M. Pizzo (a cura di), Distruzione e conservazione. La tutela del patrimonio artistico durante la Prima guerra mondiale, Quaderno n. 5, Rassegna storica del Risorgimento, Roma, 2006