Palazzolo Acreide - Chiesa dell'Immacolata

a cura di Margherita Recupero, pubblicato il 27/07/2021

La Chiesa dell'Immacolata si trova alla fine di Corso Vittorio Emanuele. Venne costruita alla metà del Settecento da maestranze locali ispirandosi al linguaggio barocco romano che era andato diffondendosi a Siracusa e in altre città del Val di Noto. La sua facciata convessa è l'unico esempio di edificio religioso palazzolese a presentare un tale prospetto. All'interno della Chiesa è conservata la Madonna delle Grazie di Palazzo, scolpita da Francesco Laurana nel 1472.


dal Catalogo

La Chiesa dell'Immacolata (o dell'Assunta), con l'annesso Convento, era originariamente situata nella parte alta del colle Acremonte, dove sorgeva l'antico abitato medievale. Inizialmente intitolata a Sant'Antonio di Padova, nel 1651 la Chiesa e l'annesso Convento di Santa Maria di Palazzo sull'Acremonte vennero concessi ai Padri Minori Osservanti, il primo ordine mendicante ad insediarsi a Palazzolo Acreide.
L'antica Chiesa venne, tuttavia, distrutta dal terribile terremoto del 1693 e riedificata, insieme al Convento, da maestranze locali tra il 1753 e il 1765, nella parte bassa del colle, vicino al nuovo centro abitato, intitolandola all'Immacolata Concezione. Nel 1876 il vescovo di Noto acquistò i due edifici e li concesse alle Sorelle della Carità, che vi istituirono un orfanotrofio e un pensionato per educande.
Ancora oggi il Convento è abitato dal personale ecclesiastico.

La ricostruzione settecentesca della Chiesa è ispirata al Barocco romano di borrominiana memoria. La fcciata convessa è l'unico esempio di questa tipologia architettonica tra gli edifici religiosi di Palazzolo Acreide. Presenta un'articolazione plastica distribuita su due ordini di paraste con capitelli corinzi, separati tra loro da un cornicione aggettante. Termina con un frontone sormontato da una croce in ferro e, ai lati del secondo ordine, con due volute di raccordo. Il portale d'ingresso è coronato da una decorazione con motivi floreali e fogliati in rilievo. Ai lati, due nicchie a conchiglia creano un effetto di movimento plastico. Al centro del secondo ordine si apre un grande finestrone ovale, che inonda di luce il piccolo ambiente interno.

Sul fianco sinistro del prospetto, in posizione leggermente arretrata, si trova la torre campanaria articolata in tre ordini sovrapposti e caratterizzata da un disegno architettonico molto elegante. Il portale e la finestra al centro del secondo ordine sono inquadrati da cornici in rilievo. Sulla sommità, le due celle campanarie sono ospitate all'interno di un sistema di doppi archi a tutto sesto.
Sebbene si pensi che il campanile sia stato costruito prima della Chiesa, è possibile tuttavia osservare il tentativo delle maestranze locali di armonizzare le due strutture architettoniche creando un dialogo tra le forme del campanile e quelle del prospetto della Chiesa.

L'interno della Chiesa è distribuito in un'unica navata, secondo lo schema tipico delle chiese conventuali, scandita ai lati da sei altari barocchi riccamente decorati con colonne tortili e marmi policromi. La navata termina con un catino absidale che ospita uno splendido apparato decorativo barocco, contraddistinto dalla presenza di colonne tortili che sorreggono un frontone con timpano spezzato fortemente aggettante. Al centro, una nicchia ospita la statua della Vergine. 

Il grande capolavoro conservato all'interno della Chiesa, in una nicchia ricavata nella parete destra, è la statua in marmo bianco di Carrara raffigurante la Madonna delle Grazie di Palazzo, scolpita da Francesco Laurana tra il 1471 e il 1472 per gli Alagona, Baroni di Palazzolo Acreide dal 1374 al 1579, che la commissionarono allo scultore per una cappella che possedevano nell'antica Chiesa dell'Assunta sulla sommità del colle Acremonte.
La statua poggia su un basamento ottagonale scolpito su tutti i lati, dove compaiono l'iscrizione SANCTA MARIA DE LA GRATIA DE PALACZU, lo stemma della famiglia Alagona (uno scudo con sei palle scolpite), uno scudo con leone rampante coronato e il bassorilievo raffigurante la Dormitio Virginis. Inizialmente l'opera presentava delle campiture cromatiche sul volto e sul manto della veste della Madonna, risalenti probabilmente al periodo barocco. Nel 1925 la statua fu oggetto di interventi che mirarono ad eliminare lo strato pittorico, riportandola al suo originario candore. 
L'opera, considerata oggi come la più bella Madonna scolpita da Laurana, risale allo stesso periodo in cui Antonello da Messina dipinse l'Annunciazione per la Chiesa dell'Annunziata di Palazzolo Acreide, oggi conservata nella Galleria Regionale di arte medievale e moderna ospitata nel Palazzo Bellomo di Siracusa. Considerate nel loro insieme, le due opere dimostrano quanto fosse ricco il panorama socio-culturale della cittadina palazzolese in epoca rinascimentale, sotto il dominio dei Baroni Alagona, sia in termini di erudizione, sia di ricchezza economica.

Bibliografia

Touring Club Italiano, Italia da scoprire. Viaggio nei centri minori, Milano, 1996 , pp. 469-470

Bibliografia in rete

Comune di Palazzolo Acreide, Chiesa dell'Immacolata, 18/07/2021 (LINK)

Palazzolo Acreide, Il centro storico - Chiesa dell'Assunta o dell'Immacolata, 18/07/2021 (LINK)

Palazzolo Acreide - La Madonna del Laurana, una statua poco valorizzata a Palazzolo, 18/07/2021 (LINK)