San Leonardo. San Leonardo

dipinto,

Personaggi: San Leonardo. Figure: uomo inginocchiato. Attributi: (Santo) in piedi con casula nera su veste bianca ha il braccio destro aperto e quello sinistro che appoggia la mano sul libro; aperto su un leggio; (figura inginocchiata) con veste lacera; gli porge un ceppo di catene; Altre catene si intravedono in basso; a sinistra; Date le ampie cadute di colore poco si vede dell'ambientazione se non due colonne su alti basamenti e; forse; tracce di un'architettura sul fondo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La devozione verso S. Leonardo si diffonde a partire dal secolo XI; quasi tutte le notizie sulla sua vita derivano da narrazioni leggendarie che lo vogliono nativo di Nobiliacum (oggi Limoges) o fondatore ed abate del monastero di Noblac. In gioventù rifiutò di arruolarsi nell'esercito e si mise al seguito di San Remigio, vescovo di Reims. Avendo questi ottenuto dal re Liodoveo di poter impetrare la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato, anche Leonardo chiese ed ottenne la stessa benevolenza e ne liberò molti. Di conseguenza i suoi attributi più comuni sono le catene o i ceppi dei prigionieri liberati, cui si aggiungono talvolta il libro, la croce e una bandiera. E' presentato in vesti monastiche ora chiare, ora scure (Bibliotheca Sanctorum, vol, VII, Ad Vocem). Il quadro, diementicato dalla bibliografia, era pala d'altare della cappella intitolata, appunto, a San Leonardo, documentato nella visita pastorale del vescovo di Mantova Enrico Vialardi nel 1688 e menzionato nell'atto notarile di donazione dell'altare al canonico Montanari dalla quale ne derivò la sostituzione della tela con Santa Felicita e i Santi Sette Fratelli a quella esistente, appunto di S. leonardo (ASMN, AN, not. D. Zampolli, b.9842, in data 1724, 1 luglio e si rimanda alla scheda sul quadro di Santa Felicita, anch'esso nel capitolino dal 1991). Nelle conzioni in cui è pervenuto, il dipinto lascia percepire un'alta qualità pittorica e disegnativa. C'è una vitalità di pieno Seicento, con talune reminiscenze della pittura cremonese di Vincenzo Campi, ma nel contempo con quel vigore naturalistico che è proprio del periodo giovanile del Guercino, una cultura certo vasta e composita. L'obliquità della figura del prigioniero liberato che offre al santo i segni della sua schiavitù è un brano abbastanza leggibile e apprezzabile. La spazialità della posa nel corpo inclinato in avanti appare attraversata da uno slancio ideale (nella forma a Z) che si rivela nello sguardo intenso di un profilo proiettato verso il suo liberatore. la luce che gli illumina la schiena e le gambe scoperte dal bianco della veste lacera e dal rosso di un povero panno di cui si percepisce la tessitura, accentua il modellato conferendo un senso di movimento. La muscolatura non è particolarmente marcata, ma risponde alla dinamica in atto. La figura del santo, che è su un gradino più alto, campeggia al centro in una statuarietà umanizzata, nella posa di rendere grazie a Dio per la liberazione ottenuta dei prigionieri. Un assiepamento di cherubini sembra voler partecipare con tripudio all'evento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300145712
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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