La ceramica attica nelle collezioni museali pugliesi
Il Catalogo generale dei beni culturali raccoglie alcune schede catalografiche che descrivono le splendide ceramiche di produzione attica, conservate nei musei e nelle collezioni di tutta Italia. Si tratta di manufatti di particolare bellezza e qualità, che riportano alla mente tempi remoti, quando gli ameni territori del sud Italia subirono l’influsso della cultura e dell’arte ellenica.
Questo itinerario, nello specifico, tenterà di approfondire la tecnica a figure nere e la tecnica a figure rosse, il cui principale centro di produzione fu la città di Atene. Gli approfondimenti, nello specifico, sono dedicati alla ceramica attica conservata nelle collezioni museali pugliesi.
Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Fotografo non identificato, Barletta - Castello, Museo Civico, Pittore di Amykos, cratere a campana a figure rosse in corteo di satiri menadi e bardofori, 1935, gelatina ai sali d'argento, MPI152539
Intorno alla metà del VI secolo a.C., prese avvio l’importazione di manufatti in ceramica a figure nere nei territori della Puglia anellenica, inizialmente nelle zone costiere adriatiche e successivamente nell’entroterra. Questo fenomeno s’incrementò attorno al V secolo con le importazioni di manufatti a figure rosse, rinvenuti in quantità maggiore nei siti archeologici pugliesi. Nella zona dell’antica Peucezia (la parte centro settentrionale della Puglia, caratterizzata dagli importanti centri di Ruvo e Rutigliano) e della Messapia - l’odierna penisola salentina - sono state ritrovate molteplici ceramiche di provenienza attica, sicuramente richieste dalle antiche aristocrazie pugliesi.
Quando si ammirano le antiche ceramiche di produzione greca, l’osservatore è colpito dalle molteplici forme che assumono queste ceramiche. Infatti, le forme vascolari si differenziarono a seconda della tecnica di decorazione. Coppe e skyphoi – recipienti utilizzati per bere – nonché lékythoi – ampolle utilizzate per contenere olii e profumi - furono i tipi maggiormente utilizzati per la decorazione a figure nere. Per la decorazione a figure rosse, il cratere – grande recipiente utilizzato durante simposi e banchetti per mescere acqua e vino - ebbe largo impiego, seguito da oinochoai - una sorta di brocca con impugnatura - e anfore.
BibliografiaClaudia Lucchese, L'importazione della ceramica attica, La Puglia centrale. Dall'età del Bronzo all'alto Medioevo. Archeologia e storia. Atti del Convegno di Studi (Bari, 15-16 giugno 2009), Roma, 2010