BOLOGNA = Chiesa di S. Domenico
positivo,
post 1927/04/20 - ca 1927/12/00
Bolognesi Orsini (ditta)
1919(?)-1934
Baccio Da Montelupo (1469-1535)
1469-1535
Il positivo, incollato al supporto secondario, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di materiale inerte (all'interno i fototipi sono ordinati secondo il nuovo inventario assegnato)
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Museo di San Domenico - Compianto di Baccio da Montelupo
Scultore - Italia - Secc. XV-XVI - Sinibaldi, Bartolomeo
Scultura- Statue - Compianti - Terrecotte
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MATERIA E TECNICA
CARTA
gelatina ai sali d'argento
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MISURE
Misura del bene culturale 0800675988: 238x133 mm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Bolognesi Orsini (ditta): fotografo principale
Baccio Da Montelupo (1469-1535): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'aprile del 1927 lo studio fotografico Bolognesi Orsini fu impegnato nella ripresa del gruppo scultoreo raffigurante il Compianto sul Cristo morto, opera attribuita l'anno seguente dallo storico Francesco Filippini a Baccio da Montelupo, quel "Baxo fiorentino che fa le tere cote” ricordato dalle fonti documentarie (il contributo fu pubblicato nel periodico Dedalo del febbraio 1928, rivoluzionando la tradizionale attribuzione ad Alfonso Lombardi, vedi BIB). In quel giro d'anni l’opera, realizzata per la cappella Bolognini di San Domenico a Bologna (detta anche cappella del Capo di San Domenico) e attualmente conservata presso il museo della stessa basilica, dovette essere oggetto di diverse campagne fotografiche in seguito al fortunato ritrovamento e in vista dell'attribuzione all'artista fiorentino: oltre alla ditta Bolognesi Orsini, anche il fotografo locale di origine romana Felice Croci - anzitutto impegnato nella riproduzione di opere d'arte - realizzò le immagini a corredo del testo di Filippini (consultabili sul sito http://velasquez.sns.it/dedalo/indici.php?indice=segnatura&&voce=Anno%20VIII,%20vol.%20III&&count=210) Dal confronto tra le fotografie scattate dai diversi autori emerge una stretta prossimità nella scelta del punto di ripresa di alcuni soggetti: in particolare le figure della Madonna addolorata e della Maddalena mostrano nel taglio di tre quarti una notevole vicinanza, non eguagliata invece nelle immagini di Giuseppe d'Arimatea e della pia donna (riconosciuta come Maria di Cleofa nella scheda OA del gruppo scultoreo, vedi NCT 08 00025108, ma identificata con Maria Marta in quasi tutta la bibliografia). Gli scatti Bolognesi e Orsini sembrano precedere quelli di Croci in ragione di un'ampia lacuna sul ginocchio sinistro della Maddalena, seppure sommariamente emendata nell'immagine Croci (in entrambi l'opera è ancora composta da 4 figure, più o meno integre). Il nucleo di fotografie Bolognesi e Orsini conservate presso l'ex soprintendenza architettonica di Bologna comprende 6 lastre negative e 5 positivi alla gelatina (rispettivamente da N_001740 a N_001745, negativi eseguiti il 20 aprile 1927, e da P_000668 a P_000671) che fotografano il gruppo scultoreo ancora collocato sopra l'altare della cappella di San Michele Arcangelo in San Domenico (cfr. con P_000661): la veduta complessiva N_001744 chiarisce il contesto di tutte le riprese effettuate con l'allestimento di un fondale neutro sopra la mensa. Il Compianto venne ritrovato poco tempo prima l'attribuzione di Filippini: "un bel gruppo in terracotta è apparso da qualche anno nella chiesa di San Domenico. […] Allorché fu disfatta la cappella [Bolognini] le figure che si salvarono dalla dispersione o dalla distruzione passarono nella cappella Pepoli [San Michele Arcangelo] dove furono ritrovate sotto l'altare" (Supino 1938, II, p. 257, le immagini pubblicate nel volume sono quelle di Felice Croci, già apparse nel contributo del 1928). Lo stesso Filippini precisa: "Quattro statue in terracotta sono ora risorte, come da un sepolcro, di sotto ad un altare della cappella Pepoli […] ora liberate dalle rozze vernici che avevano sostituito la primitiva policromia, sono apparse ancora in buonissimo stato di conservazione, in modo da rendere possibile un sapiente restauro. Sono di grandezza poco meno del vero, inginocchiate, ciascuna sopra una propria base" (1928, p. 527; cfr. scheda OA citata dove si specifica che nel 1932 erano ancora presenti tracce di cromia). Dalle fotografie Bolognesi Orsini e Croci non sembra sia stato ancora effettuato alcun intervento di pulitura e di consolidamento, inoltre la scultura di Giuseppe d'Arimatea, per la lacuna del piede sinistro, è tenuta in equilibrio da due mattoni. Se nel 1934 la cappella di San Michele Arcangelo venne restaurata ad opera di Guido Zucchini (1959, p. 141, vedi BIB), soltanto nel 1956 l'opera trovò collocazione definitiva presso il neo allestito museo di San Domenico: "La Madonna, Santa Maria e Maria Maddalena sono le uniche statue rimaste di un gruppo in cotto della Pietà […]. Di San Giuseppe rimane la sola testa" (Ricci-Zucchini 1968, p. 30). Tra il 1927 ed il 1956 la scultura maschile del Compianto dovette dunque subire una grave menomazione: da sostanzialmente integra, perse l'intero corpo in terracotta; le immagini Bolognesi Orsini del 1927 rivestono pertanto un importante valore documentario, testimoniando come si presentava la figura di San Giuseppe d'Arimatea prima del danneggiamento, avvenuto anteriormente l'allestimento in museo (peraltro anche la statua della Maddalena ha sofferto una perdita abbastanza vistosa nella parte inferiore, stando allo stato attuale dell'opera). I guasti al gruppo scultoreo dovettero avvenire certamente dopo il 1934, anno di ripresa di 2 positivi dell'archivio ex SBAP BO (P_000660 e P_000661) dove le terrecotte sono ancora integre (la figura di Giuseppe d'Arimatea sempre in equilibrio su mattoni come nel 1927); lo stesso Supino nel 1938 non riporta notizie di danni, pubblicando l'immagine integra di Giuseppe d'Arimatea del Croci, già edita un decennio prima
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800675988
- NUMERO D'INVENTARIO P_000668
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- ISCRIZIONI sul supporto secondario: recto - BOLOGNA = Chiesa di S. Domenico/ inv. N. 9038 -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0