Basilica di S. Petronio/ Cappella Bolognini = Vetrate prima del restauro/
Vetrate della Cappella Bolognini in San Petronio durante gli interventi di pulitura del 1950

negativo servizio, 1950/05/00 - 1950/05/00

Le lastre erano originariamente contenute in buste pergamine, conservate ora separatamente in una scatola. Alle lastre N_002385-N_002387; N_002389-N_002390; N_002393 era allegata una schedina inventariale descrittiva dell'insieme, ora conservata all'interno della relativa busta pergamina. Su tutte le lastre si ravvisano evidenti tracce del portalastre agli angoli

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Architettura sacra - Chiese - Elementi architettonici - Finestre
    Arti applicate - Vetrate dipinte - Restauri <1950>
    Pittori italiani - Sec. 15.-16. - Jacopo di Paolo
    Restauratori italiani - Vetrai - sec. 20. - Campiani, Giorgio
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio - Cappella Bolognini
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Zagnoli, Alfonso (notizie 1908-1957): fotografo principale
    Jacopo Di Paolo (1345 Ca/ 1430 Ca): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico in esame si compone di 10 riprese con i dettagli dei pannelli componenti la quadrifora della cappella Bolognini. Con buona probabilità ci troviamo nel laboratorio del restauratore Giorgio Campiani, maestro vetraio presso la bolognese Ditta Vitrars di viale Silvani. Ci appare altrettanto probabile che il fotografo abbia allestito in questi ambienti un vero e proprio set fotografico, utilizzando come sorgente di luce per tutte le riprese un grande finestrone ad arco davanti al quale di volta in volta sono state posizionate, su appositi telai in legno, i dettagli da riprodurre. Su ogni coppia di pannelli è stata applicata una mascheratura in carta nera, sagomata sui perimetri da definire. Un cartellino identifica con un codice alfanumerico la posizione esatta dei dettagli all’interno della quadrifora: il numero corrisponde al registro (da 1 a 4 / alto-basso) e la lettera individua le quattro luci (da “A” a “D”/ sinistra-destra). La ripresa a luce trasmessa permette di valorizzare lo stato dei vetri, evidenziando in questo caso lacune e difetti nella grisaglia. Malgrado nel pergamino si riferisca questi negativi alla fase antecedente il restauro della quadrifora ci sentiamo di far risalire gli scatti ad una fase più avanzata dei lavori di ripristino, corrispondenti al termine della prima pulitura. A suffragare tale ipotesi la presenza presso la locale Soprintendenza ABAP (ex Soprintendenza BAP) di una lastra fotografica con fotomontaggio dell’insieme della vetrata con didascalia che lo indica come documentazione della prima pulitura (cfr. NCT 0800641465). Ci pare di individuare infatti puntuali corrispondenze tra i manufatti, tanto da farci ritenere che i positivi componenti l’assemblaggio fotografico oggetto del negativo in questione siano stati tratti dalle lastre negative componenti il servizio in nostro esame. Sulle vicende relative all’affidamento del restauro, la Soprintendenza possiede un’interessante corrispondenza datata 6 marzo 1950 inviata dal maestro vetraio Guido Polloni al Soprintendente Alfredo Barbacci. Questa fa parte di un più articolato carteggio intercorso tra i due, di verifica ed aggiornamento sugli importanti restauri petroniani affidati al vetraio fiorentino. In questa lettera il Polloni scrive al Soprintendente per premurarsi dell’arrivo delle casse contenenti le vetrate della cappella dei Notai, appena restaurate, notificando di aver proceduto con l’imballaggio delle vetrate della cappella di San Sebastiano (Vaselli), per l’imminente restauro. Il Polloni termina la sua missiva chiedendo al suo interlocutore: “di comunicarmi, a seguito dell’esame fatto alle vetrate della cappella Bolognini, e del grande mio desiderio di riparare al mal fatto restauro di così pregiata vetrata, il Sig: Ing: Grazzi [Ing. Edgardo Grazia, allora incaricato della direzione dei lavori] della Vostra Soprintendenza abbia parlato al Sig: Soprintendente e se questi abbia occolto la mia richiesta di volermi a suo tempo conferire il restauro anche di queste vetrate, al posto di quella di altra Cappella, per esecuzione del Bertini del secolo scorso” (Archivio storico ex SBAP BO - BO M 17). Non conosciamo i toni della risposta del Soprintendente al desiderio espresso dal maestro fiorentino, né quali siano state le circostanze che abbiano motivato le sue scelte a seguire. Di fatto si negò al Polloni l’incarico per le vetrate Bolognini, optando per la locale Ditta Vitrars già impegnata nel restauro delle vetrate Baciocchi e, al contrario di quanto suggerito, si affidò al fiorentino il restauro dell’ottocentesca vetrata del Bertini. Ancora nel settembre del 1950 la quadrifora risulta in corso di restauro per essere ricollocata l’anno successivo come prospetta Barbacci nel suo articolo sui restauri petroniani pubblicato nel numero unico per i festeggiamenti del 15° centenario della nascita del Santo patrono (Barbacci 1950, pubblicato tra il 24 settembre ed il 4 ottobre). Il “mal fatto restauro” citato dal Polloni nella lettera è da riferirsi probabilmente al restauro del 1879 condotto da Camillo Leoni che intervenne in maniera invasiva su tutta la vetrata, arrivando addirittura a ricreare ex novo i quattro riquadri alti della bifora di destra. Riteniamo possibile che gli interventi proposti dal Polloni potessero essere stati giudicati troppo complessi e costosi in un momento in cui cominciava a sentirsi l’urgenza di portare a termine i lavori e con un dispendio economico da doversi contenere. Riguardo alla paternità dell’opera, malgrado le alterne vicende conservative (già nel 1530 fu necessario reintegrare la vetrate a causa delle lacune lasciare dai colpi di artiglieria sparate per festeggiare l’incoronazione di Carlo V), appare unanime l’attribuzione a Jacopo di Paolo per i disegni e con buona probabilità anche per alcuni interventi pittorici (Degli Esposti 2007, p. 21)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641464
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_002385 a N_002394
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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