RIMINI - Emilia. Tempio Malatestiano. L'interno, parte destra. (Del XIII secolo, ridotto come al presente nel XV secolo.)

positivo album, ca 1860 - ca 1895

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 20, recto (attualmente estrapolata)

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architetti - Italia - sec. XV - De' Pasti, Matteo
    Architettura - Chiese - Cappelle - Pilastri
    Scultori - Italia - sec. XV - Agostino di Duccio
    Scultura - Bassorilievi - Monumenti sepocrali
    Italia - Emilia Romagna - Rimini - Tempio Malatestiano - Interno
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Fratelli Alinari (ditta): fotografo principale
    Agostino Di Duccio (e Aiuti): scultore
    De' Pasti, Matteo (1412 Ca.-1467/1468): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra l’interno del Tempio Malatestiano di Rimini, mettendo in evidenza il fianco destro della navata unica, su cui si aprono le cappelle di San Sigismondo (visibile solo il pilastro di sinistra), la cella delle reliquie, la cappella di San Michele Arcangelo (o di Isotta), la cappella di San Girolamo o dei Pianeti e infine la zona absidale. La chiesa, già di fondazione medievale come Santa Maria in Trivio (IX secolo) era stata ampliata nel XIII dai frati francescani, divenendo nota come San Francesco. A partire dal 1446 il signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta, richiese l’autorizzazione per compiere alcuni lavori entro la chiesa francescana, e dall’anno successivo si avviò un grande e dispendioso cantiere in cui venne coinvolto Leon Battista Alberti (dal 1450). A partire all’anno giubilare si decise per il rifacimento di tutte le cappelle, laddove alcuni lavori architettonici all’interno erano già stati condotti, in particolare per l’impiego di architetti come Matteo de’ Pasti e Matteo Nuti. Per i lavori di ornato, i bassorilievi e le statue dell’interno venne impiegato Agostino di Duccio, che vi attese con pochi collaboratori sino al 1457. La scomunica di Sigismondo, comminata tra il 1459 e il 1460, determinò dissesti finanziari della committenza tali da determinare l’interruzione dei lavori, e il loro congedo in economia, talvolta con la partecipazione del monastero francescano, fino al 1463. Il fototipo documenta l’aspetto del Tempio prima del bombardamento del 29 gennaio 1944, che colpì gravemente l’abside: sono infatti ancora presenti le cantorie, come pure il pulpito in legno. Quest’ultimo venne portato dalla ormai fatiscente vecchia cattedrale di Santa Colomba nel 1810, in sostituzione del precedente rinascimentale, sul quale erano apposte tavole dipinte da Benedetto Coda. La fotografia corrisponde per ripresa al numero di inventario 17615 dell’archivio dei Fratelli Alinari, riferita nel catalogo on-line della raccolta come realizzata nel 1915-1920. Con tutta evidenza, risulta che la ripresa debba porsi piuttosto precedentemente l'intervento di rifacimento del pavimento, eseguito tra il 1884 ed il 1895. Se la data di stampa dovette realizzarsi sicuramente entro i termini biografici di Raffaele Faccioli, scomparso nel 1914 (effettivamente una lastra non aggiornata su di un particolare poco determinante come il pavimento, poteva essere utilizzata per la stampa anche per un lungo periodo, sino alla realizzazione di una nuova campagna fotografica), si preferisce ipotizzare che il termine ante quem sia precedente la conclusione dell'intervento. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-68
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 697
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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