Veduta del Chiostro III della Certosa di Bologna verso San Girolamo

positivo album, post 1874 - ca 1899
Anonimo (xix Seconda Metà)
XIX seconda metà

Stampa incollata alla carta 16 recto

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Monasteri - Cimiteri - Chiostri - Secc. XV-XVI
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Cimitero monumentale della Certosa - Chiostro III
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xix Seconda Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La veduta del Chiostro III dalla metà orientale del cortile è ripresa verso la chiesa di San Girolamo. Il grande chiostro mostra l’elegante disegno dei portici, di tipo bramantesco: primo ambiente che dal 1801 ha iniziato ad accogliere le prime sepolture dei cittadini bolognesi (sotto il portico occidentale si riconoscono: il Monumento di Alessandro Casali – 1817; Monumento di Giovanni Pepoli e Laderchi Margherita – 1812 ca.; Cappella della famiglia Boschi – acquistata nel 1833). E’ anche detto Chiostro della Cappella, per la presenza della Cappella dei Suffragi, realizzata nel primo decennio dell’800 su progetto dell’architetto bolognese Ercole Gasparini (non visibile nella ripresa). Il giardino al centro è attraversato dalla passerella di accesso alla Galleria degli Angeli, viale con siepi ai lati e due cancelletti aperti per consentirne l’attraversamento laterale. Tale situazione testimonia il completamento dei lavori avviati nel 1874 dall’architetto e ingegnere Antonio Zannoni per l’edificazione della Galleria degli Angeli, raccordo meridionale del nuovo ingresso al cimitero, aperto a inizio del secolo. Tale via di accesso al complesso della Certosa originariamente convergeva nel Chiostro III verso la Cappella dei Suffragi, parzialmente demolita negli anni ’60, risparmiando solo l’atrio, poi recuperato dallo Zannoni. La ripresa in esame è dunque successiva ai lavori di Zannoni, avendo il proprio post quem nella metà dell’ottavo decennio del XIX secolo. La stampa del positivo in esame è circoscrivibile tra il 1874 e la fine del secolo. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-51
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 681
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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