Bologna Monumento Gozzadini nella Chiesa dei Servi
positivo album,
ca 1888 - ante 1907
Fotografia Dell'emilia (ditta)
1869-1940
Zacchi, Giovanni (1512-1565)
1512-1565
Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 13, recto (attualmente estrapolata)
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa di Santa Maria dei Servi - Monumento Gozzadini
Scultori - Italia - Sec. XVI - Zacchi, Giovanni
Scultura - Monumenti sepolcrali - Statue
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Fotografia Dell'emilia (ditta): fotografo principale
Zacchi, Giovanni (1512-1565): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra il monumento funebre del senatore bolognese Ludovico Gozzadini, posto nella parete interna della chiesa di Santa Maria dei Servi a Bologna, in corrispondenza della terza cappella di sinistra, nella quale si apre il portale laterale di accesso al portico su Strada Maggiore. Il monumento venne realizzato tra il 1544 e il 1549 dallo scultore e architetto Giovanni Zacchi (figlio d’arte dello scultore volterrano Zaccaria e allievo a Bologna di Alfonso Lombardi), per celebrare la memoria di Ludovico Gozzadini. Il grande giureconsulto, appartenente ad una delle famiglie più influenti della Bologna del XVI secolo, era già scomparso da diversi anni (1536), come riporta l’iscrizione in elegante maiuscola latina che lo ricorda senatore e “insigni legum interpreti”, posta sotto la statua del defunto. La scultura del dottore, come le altre presenti entro le quattro nicchie laterali del monumento, è realizzata in terracotta stuccata, e lo raffigura seduto sulla propria pietra tombale, in abiti dottorali, con un libro tra le mani. Alla sua destra e alla sua sinistra sono rispettivamente le allegorie della Gloria e della Virtù. In alto è una cimasa con le figure del Pantocratore benedicente tra festoni retti da puttini e della Madonna col Bambino poco più in basso. Dal raffronto con i cataloghi di Fotografia dell'Emilia di Pietro Poppi, risulta che la lastra del positivo in esame (n° 3558) compare per la prima volta nell'edizione a stampa del 1888, mentre non figura nel precedente del 1883. L'ante quem per la stampa del fototipo si riferisce alla cessione dello studio nel 1907, passato da Pietro Poppi alla doppia proprietà Monari-Bacchelli. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. Documentazione circa il fondo è reperibile presso l'Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n. 31, foglio 43, n. 9
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-42
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 672
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0