Porta esterna del Palazzo Ducale d'Urbino

positivo album, ca 1879 - ca 1890

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 66, recto

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architetti - Italia - Sec. XV - Martini, Francesco di Giorgio
    Italia - Marche - Urbino - Palazzo Ducale - Ala del Castellare - Portale esterno di sinistra
    Architettura - Palazzi - Portali - Fregi - Finestre
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Fotografia Dell'emilia (ditta): fotografo principale
    Martini, Francesco Di Giorgio (1439-1501): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella sezione dedicata all’Italia centrale dell’album Faccioli si riscontrano numerose fotografie riferite ad Urbino. L’architetto e ingegnere Raffaele Faccioli venne incaricato nel 1885 di dirigere un importante progetto di restauro del Palazzo Ducale, per il quale aveva elaborato specifici interventi di ripristino almeno dall’anno 1883. Il suo coinvolgimento si protrasse fino al 1890, pur dovendo sospendere la sua presenza sui cantieri cittadini dall’89, a seguito del primo manifestarsi dei problemi alla vista. La ripresa mostra un dettaglio della facciata del Palazzo Ducale posta su Piazza Rinascimento, in particolare la prima porta da sinistra (con relativa finestra) dell’ala corrispondente al cosiddetto Castellare. Il magnifico portale di ingresso risulta tamponato con un muro in laterizio, così come la parte della struttura muraria alla destra e in alto, perduta, non mostra la bugnatura in pietra d’Istria che Francesco di Giorgio Martini aveva disposto per entrambi i fronti del palazzo aperti sulla piazza, in congiunzione con il Duomo (Martini diresse il cantiere di Palazzo Ducale per Federico di Montefeltro succedendo a Francesco Laurana, dal 1477 fino alla morte del duca nel 1482). L’inventario 653 del catalogo della Fotografia dell’Emilia compare per la prima volta nell’edizione a stampa pubblicata in francese nel 1879, dove è presente insieme ad altre immagini, prevalentemente degli esterni, di Urbino. Una seconda campionatura ben più corposa trova testimonianza nel catalogo del 1888, maggiormente concentrata sugli ornati rinascimentali dell’interno dell’edificio, grazie all’avvio dei lavori di restauro di Faccioli, tesi a recuperare Palazzo Ducale (fino al 1885 era stato utilizzato come carcere circondariale). Il positivo è dunque certamente posteriore al 1879 e forse riferibile agli anni in cui Faccioli si occupò della residenza urbinate, entro il 1890 circa. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-359
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 989
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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