Modena (via S. Agata n.3)/ Palazzo Castelvetro - la facciata

negativo, 1919 - 1919

Il negativo presenta sul lato emulsione, una mascheratura di carta nera su tutto il perimetro. Sul lato vetro è stata effettuata una maschera di contrasto ad inchiostro rosa trasparente. La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Modena – Palazzo Castelvetro
    Architettura – Palazzi - Sec. 16-19
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Studio Fotografico Orlandini (studio): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il palazzo Castelvetro sorge nell’attuale Piazza Matteotti, una volta chiamata Contrada degli Armaroli: una delle zone più antiche e malandate del centro di Modena. Già nel 1914 un progetto di risanamento prevedeva l'abbattimento delle case della zona, tra cui i prestigiosi palazzi Meuli e Ferrari Amorotti, entrambi prospettanti sulla via Emilia. La facciata del palazzo Castelvetro il cui portale cinquecentesco bugnato è stato attribuito a Jacopo Barozzi detto il Vignola, dava su via Sant’Agata. Fino a quando l’edificio di origine cinquecentesca rimase di proprietà della famiglia Castelvetri (1805), non subì trasformazioni. Nel 1806 il conte Prini procedette alla vendita della proprietà al modenese Vincenzo Zoboli, il quale nel 1815 richiese al Podestà della città, il parere della Commissione d’Ornato riguardo alcune modifiche che intendeva eseguire. L’aspetto esteriore che il palazzo tuttora conserva, comprende le trasformazioni che il proprietario Zoboli aveva progettato e che solo il nuovo proprietario Domenico Ferrari, fece eseguire nel 1833. I lavori per la creazione dell’attuale piazza Matteotti che prevedeva l’abbattimento del quartiere Armaroli, iniziarono nel 1932 e terminarono nel 1936. Il negativo in esame è stato realizzato dallo studio fotografico Orlandini nel 1919, data confermata dal fatto che la ripresa è stata eseguita da via Sant’Agata, strada che fu poi demolita secondo il piano di risanamento dell’area. Lo Studio fotografico Orlandini fu il più importante e il più longevo tra gli atelier fotografici modenesi. Viene aperto intorno al 1878 da Pellegrino (che in precedenza aveva esercitato l'attività di fotografo a Correggio e Sassuolo) a cui succede il figlio Umberto e infine il nipote Carlo, fino al 1980. La prima carta intestata con l'indirizzo "via Bagni 19, palazzo Contessa Stoffi" risale al 1885. Nello stesso periodo il figlio primogenito di Pellegrino, Enrico, comincia a collaborare attivamente col padre che cambierà l'intestazione dello Studio in "Pellegrino Orlandini e Figlio". Nel 1894 il figlio minore Umberto, a soli quindici anni, inizia a collaborare in modo continuativo all’attività dell’impresa famigliare e la ragione sociale viene nuovamente mutata in "P. Orlandini e Figli". Nel 1899, grazie ad una foto di Umberto, la ditta riceve una medaglia al secondo Congresso Fotografico di Firenze e da allora si chiamerà "Premiata Fotografia P. Orlandini e Figli". Il salto di qualità ormai evidente dello studio, è sottolineato dall'inaugurazione il 31 maggio 1902, della nuova sede in via Castellaro. Nel 1903 Pellegrino è colto da paralisi e, pur conservando la qualifica di proprietario, lascia di fatto, la gestione ai figli Enrico e Umberto che manterranno l'intestazione "P. Orlandini e Figli" anche dopo la sua morte avvenuta nel 1910, quando lo studio conta già ben nove dipendenti. Mentre Enrico lascerà poche tracce della sua opera (muore nel 1921), è Umberto la personalità più elevata dello Studio che raggiunge sotto la sua guida il massimo splendore (anche con l'introduzione dell'attività editoriale che ne farà mutare l'intestazione in "Regia Fotografia Editrice Cav. Uff. Umberto Orlandini"). Umberto muore nel 1931 e lascia ai figli Carlo e Claudio la pesante eredità dell'atelier fotografico più prestigioso della città. Dopo la prematura scomparsa di Claudio, Carlo proseguirà da solo l'attività di fotografo titolare dello Studio (che mantiene l'intestazione del padre Umberto) per quasi mezzo secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634099
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000868
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto: in basso a sinistra - Inv. 4545 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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