Modena. Chiesa di S. Biagio/ Affreschi della cupola di Mattia/ Preti
Riprese degli affreschi della cupola della Chiesa di San Biagio nel Carmine di Modena, realizzati da Mattia Preti (4 lastre)

negativo servizio, (?) 1913 - ante 1929

Il servizio fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina formato 21 x 27, tutte orizzontali. In tutti i fototipi sono evidenti i segni del portalastre. Il lato emulsione del negativo N_000861 è stato trattato con una vernice protettiva e con un parziale rinforzo al mercurio. Sul lato emulsione della lastra N_000863 è stato effettuato un ritocco con vernice rossa coprente, mentre il lato vetro della lastra N_000860 è stata realizzata una mascheratura con inchiostro rosa trasparente. Il contrasto della lastra N_000863 è stato modificato attraverso un rinforzo al mercurio. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Modena – Chiesa di San Biagio nel Carmine
    Pittori italiani - Sec. 17. - Preti, Mattia detto il Calabrese
    Paradiso con i Santi – Affresco – Sec. 17
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Studio Fotografico Orlandini (studio): fotografo principale
    Preti, Mattia Detto Il Calabrese (1613-1699): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Eretta nel 1319 dai Padri Carmelitani con il nome di chiesa del Carmine e dedicata alla Beata Vergine dell’Annunciata, rimase a quest’ordine fino al 1783, anno in cui il Duca Ercole III trasferì i padri Carmelitani a Reggio Emilia e la chiesa divenne parrocchia di San Biagio. L’edificio a pianta basilicale secondo lo schema tipico delle chiese conventuali, fu radicalmente ristrutturato tra il 1649 e il 1658 dall’architetto Cristoforo Malagola (detto il Galaverna), che operò unitamente al pittore Mattia Preti detto il Calabrese (allievo del Guercino). Gli affreschi della cupola e del catino absidale realizzati dal Preti, raffigurano le glorie del Paradiso. Nei quattro pennacchi invece, rappresentò i quattro Evangelisti coi loro simboli. La gestione incerta della chiesa dovuta al suo abbandono da parte dei Carmelitani e al suo passaggio a diverse confraternite, fino all’assegnazione alla Congregazione della Carità agli inizi del Novecento, gettò l’edificio in una dannosa incuria, pesantemente aggravata negli anni dall’incursione aerea del 1944 e degli eventi sismici del 1987 e 1996. Il primo tra i più significativi restauri pittorici dell’affresco di Preti, avvenne nel 1913 ad opera del restauratore P. Fortini. Il servizio fotografico in esame è stato realizzato dallo Studio Orlandini prima del 1929, anno in cui venne pubblicato il volume “La chiesa e il monastero dei Carmelitani in Modena”, dove le quattro fotografie furono inserite a corredo del testo di Gusmano Soli. Lo Studio fotografico Orlandini fu il più importante e il più longevo tra gli atelier fotografici modenesi. Viene aperto intorno al 1878 da Pellegrino (che in precedenza aveva esercitato l'attività di fotografo a Correggio e Sassuolo) a cui succede il figlio Umberto e infine il nipote Carlo, fino al 1980. La prima carta intestata con l'indirizzo "via Bagni 19, palazzo Contessa Stoffi" risale al 1885. Nello stesso periodo il figlio primogenito di Pellegrino, Enrico, comincia a collaborare attivamente col padre che cambierà l'intestazione dello Studio in "Pellegrino Orlandini e Figlio". Nel 1894 il figlio minore Umberto, a soli quindici anni, inizia a collaborare in modo continuativo all’attività dell’impresa famigliare e la ragione sociale viene nuovamente mutata in "P. Orlandini e Figli". Nel 1899, grazie ad una foto di Umberto, la ditta riceve una medaglia al secondo Congresso Fotografico di Firenze e da allora si chiamerà "Premiata Fotografia P. Orlandini e Figli". Il salto di qualità ormai evidente dello studio, è sottolineato dall'inaugurazione il 31 maggio 1902, della nuova sede in via Castellaro. Nel 1903 Pellegrino è colto da paralisi e, pur conservando la qualifica di proprietario, lascia di fatto, la gestione ai figli Enrico e Umberto che manterranno l'intestazione "P. Orlandini e Figli" anche dopo la sua morte avvenuta nel 1910, quando lo studio conta già ben nove dipendenti. Mentre Enrico lascerà poche tracce della sua opera (muore nel 1921), è Umberto la personalità più elevata dello Studio che raggiunge sotto la sua guida il massimo splendore (anche con l'introduzione dell'attività editoriale che ne farà mutare l'intestazione in "Regia Fotografia Editrice Cav. Uff. Umberto Orlandini"). Umberto muore nel 1931 e lascia ai figli Carlo e Claudio la pesante eredità dell'atelier fotografico più prestigioso della città. Dopo la prematura scomparsa di Claudio, Carlo proseguirà da solo l'attività di fotografo titolare dello Studio (che mantiene l'intestazione del padre Umberto) per quasi mezzo secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634101
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000860 a N_000863
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul verso della lastra da N_000860: in basso a destra - 2837 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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