San Giacomo Maggiore a Bologna prima dello scoprimento delle volte del tetto del 1914-1916

negativo, post 1904 - ante 1914
Giovanni Lanzoni
1911/ 1918

I negativi su lastra sono stati collocati in buste a quattro falde realizzate con carta di qualità conservazione di grammatura 170 g/ m e posti, a piccoli gruppi, in scatole orizzontali di cartone conservazione rivestito in tela

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Bologna - Architetture - Restauri XX secolo
    Bologna - Architetture - San Giacomo Maggiore
  • MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d'argento/ vetro
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Lanzoni: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio Fotografico SBSAE BO
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia della ditta fotografica di Luigi Lanzoni(1845-1914), iniziò con la Fotografia Felsinea prima del 1887,quando l'atelier di via Indipendenza 23,venne ceduto -compreso parte dell'archivio- a Raffaele Borghi,che subentrò come titolare. Evidentemente l'inizio dell'attività non garantì a Luigi un reddito sufficiente per registrarsi alla Camera di Commercio,dove risulta essere iscritto solo a partire dal 1888, fatto che non permette di circoscrivere con maggiore puntualità l'apertura della Fotografia Felsinea. Dopo aver ceduto lo studio a Borghi, il Lanzoni si trasferì in Piazza di Porta Ravegnana 2 con regolare iscrizione e cambio di nome: "Fotografia Luigi Lanzoni, Dalle due Torri n.2 - Bologna". Soltanto tre anni più tardi, nel 1891, la registrazione presso la Camera di Commercio cambiò nuovamente intestazione in "Premiata fotografia L. Lanzoni e Figlio", quando subentrò, accanto al padre, il figlio Giovanni (1875-1926). Nel 1911 Giovanni rimase l'unico titolare dell'atelier,che nel frattempo venne trasferito nella sede di via dei Giudei 1,dove restò sino alla definitiva cessazione dell'attività il 31 agosto del 1918. Fra i primi lavori di Luigi, è celebre l'immagine compiuta in occasione dell'Ottavo Centenario dell'Università nel cortile dell'Archiginnasio durante l'orazione di Giosuè Carducci davanti alla presenza della Casa Reale e dell'intero corpo accademico, avvenuta il 12 giugno 1888. Inoltre in occasione del 47°anniversario dell'8 agosto 1848, Luigi realizzò insieme al figlio,un album fotografico con la riproduzione in effigie di patrioti bolognesi e di cimeli esposti al locale Museo del Risorgimento,inviato in dono al Re Umberto I di Savoia e ancora conservato nella Biblioteca Reale di Torino. Una decina d'anni dopo,i Lanzoni iniziarono a collaborare con il Comitato per Bologna Storica e Artistica, attraverso un rapporto lavorativo piuttosto duraturo,che andò a coprire un arco di undici anni. La "riunione di colti cittadini" ebbe il suo primo consiglio direttivo nel 1901,quando venne nominato consulente artistico Alfonso Rubbiani, personalità di spicco dell'ambiente bolognese, nel quale era conosciuto e stimato per gli interventi di ripristino della chiesa di San Francesco. Il connubio tra il Comitato e l'architetto si concluse solo alla morte dello stesso Rubbiani, avvenuta nel settembre del 1913, quando venne sostituito da Achille Casanova e Guido Zucchini. L'impegno di Rubbiani nella restituzione del volto medioevale della città fu di larghissimo raggio ed interessò il restauro di numerose architetture. Nel corso della sua lunga attività fece regolarmente ricorso alla fotografia, sia al fine di verificare i dati delle sue ricerche archivistiche,sia soprattutto per documentare lo stato del monumento,magari anche a cantiere aperto. Qui si intersecarono le storie dei Lanzoni e di Rubbiani,quando i primi divennero i fotografi degli interventi da eseguire o di quelli già compiuti dall'architetto,tra il 1904 ed il dicembre del 1915(stando alle date delle ricevute conservate presso l'Archivio del Comitato). Le lastre negative dell'Archivo fotografico della Soprintendenza sono 33(oltre ad un positivo senza lastra)e, assieme alle 97 depositate presso il Comitato,formano il nucleo più cospicuo sopravvissuto dell'opera dei Lanzoni. La loro situazione conservativa è piuttosto precaria sia per gli avvicendamenti che dovettero subire nel dopoguerra,come racconta dettagliatamente Zucchini nell'articolo del 1957,sia per i materiali utilizzati dai Lanzoni, che, con buona probabilità, non dovettero essere di prima scelta. Il lavoro svolto dai fotografi si pose come fondamentale sussidio dell'opera progettuale di restauro,documentando in maniera molto dettagliata il cantiere del Podestà e di Re Enzo, oltre agli interventi in San Domenico, San Martino, Collegio di Spagna, Palazzo dei Notai ed in molte altre fabbriche bolognesi.Fin dal 1909 Alfonso Rubbiani, assieme a Guido Zucchini, scoprì che le volte costruite dal Brensa in San Giacomo Maggiore alla fine del Quattrocento erano in origine scoperte, non nascoste dal tetto a due falde successivo, ma protette da uno strato di embrici e squame. Le pratiche per togliere il grande tetto della chiesa e per rifare il manto antico sulle cupole furono piuttosto lunghe, tanto da impedire a Rubbiani di vedere l'inizio dei lavori nel 1914 ( terminati poi nel 1916). L'immagine documenta lo stato della chiesa precedente all'intervento di Zucchini con la struttura a due falde ricoperta di tegole
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800378658
  • NUMERO D'INVENTARIO F R 25
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sul supporto primario: recto: in alto a destra : su carta incollata - [...] prim[...] del [...] - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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