Bologna - Chiesa di S. Stefano/ (lato EST del Chiostro Romanico:/ accesso alla Cappella della Benda)

positivo, 1924 - 1924
Croci, Felice
1880/ 1934

Il positivo, incollato su cartoncino grigio a media grammatura, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Santo Stefano/ da P_000295 a P_000384”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Una seconda stampa positiva identica è stata rintracciata nel vecchio faldone dedicato al complesso stefaniano (vedi inventario P_000367, NCT 0800265585). Si conserva inoltre presso l'archivio fotografico SBAP il negativo di riferimento N_000016

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Architettura - Chiese - Chiostri
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Complesso di Santo Stefano - Chiostro benedettino - Braccio sud-orientale del loggiato
  • ATTRIBUZIONI Croci, Felice: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo della presente stampa, conservato presso l'archivio fotografico SBAP (lastra alla gelatina 24x30), permette di attribuire il positivo al fotografo Felice Croci, secondo quanto riferisce il pergamino originale dentro cui è stata rintracciata la lastra (vedi inventario N_000016). Dalla stessa fonte è ricavabile anche la data di ripresa, il 1924. L'immagine è stata inoltre pubblicata all'interno del volume "Nel segno del Santo Sepolcro" alla pagina 368 (a cura di Luciano Serchia 1987, vedi BIB); la didascalia relativa indica come cronologia il 1923, anno precedente l'intervento di restauro attuato a partire dalla primavera del 1924, operazione che andò a ripristinare le due bifore del loggiato pianterreno nel braccio lato sud-orientale del chiostro benedettino di Santo Stefano a Bologna. In seguito allo scrostamento dell'intonaco, come ben documentato dalla ripresa, vennero alla luce il portale ad arco e la coppia di bifore che lo inquadravano (attuale accesso del museo stefaniano). Dopo l'individuazione dei resti si procedette al recupero degli elementi originari, facendo il calco del capitello destro (visibile nell'immagine), per la ricostruzione del sostegno dell'opposta apertura; l'intervento dovette concludersi entro il 1924 circa. La ripresa di Croci dovette dunque essere realizzata in stretta prossimità all'inizio dei lavori, nei primi mesi del 1924. Felice Croci nacque a Roma nel giugno del 1880. Il nome del Croci viene per la prima volta registrato dal Comune di Bologna nel 1905, in occasione della sua immigrazione da Roma, avvenuta, secondo i documenti comunali, lo stesso anno del suo matrimonio con Amelia Bortolotti. Non conosciamo purtroppo il motivo per cui il giovane romano volle trasferirsi a Bologna anche se è probabile che la sua decisione sia dovuta alla volontà di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, per coltivare e accrescere le sue inclinazioni artistiche. Pare comunque difficile credere che il Croci sia giunto a Bologna l’anno del suo matrimonio e non prima; è evidente infatti che l’iscrizione del nome del Croci all’anagrafe del Comune di Bologna nel 1905 possa non essersi resa necessaria prima del matrimonio e dunque non ci sia traccia degli anni trascorsi in città precedentemente. Un dato importante da precisare è che nel 1905, il Croci dichiara al Comune di essere commerciante, professione che pochi anni dopo, probabilmente nel 1911, verrà corretta, nei documenti dell’anagrafe a lui relativi, con la dicitura "fotografo”. Non sappiamo precisamente che tipo di attività commerciale abbia praticato il Croci dalla data del suo arrivo a Bologna fino all’inizio dell’attività come fotografo, si ha però la certezza che attorno al 1910 avesse un esercizio per la vendita di grammofoni, attività forse già operativa almeno dal 1905 e che continuò fino al 1911 anno della dichiarazione di fallimento. Dopo questa data è certo che il Croci abbia iniziato l’attività di "fotografo in casa", dicitura che intendeva un tipo di attività senza sede legale. È quantomeno insolito però che il Croci abbia iniziato un’attività professionale senza un periodo di praticantato presso qualche altro fotografo o comunque non siano rimaste tracce della sua formazione in questo campo. Felice Croci, a differenza dei molti fotografi attivi a Bologna fra i primi anni del Novecento, non esercitò mai l’attività di fotografo ritrattista, la vera vocazione di Croci era la Storia dell’Arte e i soggetti da lui fotografati non furono che opere d’arte. In questo campo riuscì comunque a trarre profitto dalle sue capacità manuali e dal suo senso pittorico; il ritocco delle lastre fotografiche da lui impressionate così come dei positivi, infatti era sempre personalmente eseguito in modo da garantire qualità visiva e "artistica" all’immagine. Nel 1917 circa, aveva preso in affitto un grande appartamento in un edificio di Via Farini 24, nel quale continuò ad esercitare la sua professione di fotografo, riservando un’ala dell’appartamento alla camera oscura e alle attrezzature tecniche. La maggior parte del lavoro in casa era proprio di camera oscura, visto che il Croci aveva come unico soggetto l’arte e questa selezione esclusiva lo portava più che altro ad operare le riprese fuori di casa; in camera oscura sviluppava e stampava le lastre delle fotografie da lui stesso scattate. Altre commissioni derivavano da artisti che, per ottenere materiale divulgativo della loro opera, ne richiedevano al Croci la riproduzione fotografica. L’aspetto del Croci che possiede maggiore importanza è sicuramente la costante ed esclusiva dedizione alla riproduzione delle opere d’arte, anche se l’estensione del suo sguardo non si allontanò, se non per qualche eccezione, dai dintorni dell’Emilia Romagna. [PROSEGUE PER MANCANZA DI SPAZIO IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265584
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000366
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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