Generale Spagnuolo fucilato

positivo, 1866 c - 1866 c
Fratelli Santoro (studio)
studio attivo 1866

Piccola stampa all'albume incollata su supporto secondario. Fotoriproduzione di una litografia

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Fratelli Santoro - Borjes - Cadaveri - Iconografia, Morte - Morte Violenta
    Litografia - Riproduzioni fotografiche, Tecnica
    Brigantaggio - Briganti - Questione meridionale - Risorgimento italiano
  • CLASSIFICAZIONE RITRATTISTICA
  • ATTRIBUZIONI Fratelli Santoro (studio): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Antropologia criminale "Cesare Lombroso"
  • INDIRIZZO Corso Massimo d'Azeglio 52, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE BORJES, José. - Nacque in Catalogna, a Vernet (Lérida), nel 1813 (così il Garnier; poco probabile la data 1803 dell'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, IX, p. 131), da un sottufficiale distintosi nelle guerre antinapoleoniche e poi fucilato durante la guerra civile scoppiata nel 1833. Sottufficiale di carriera, il B. aveva militato nelle forze partigiane carliste, dimostrandovi la sua valentia e avanzando fino al grado di generale di brigata nel 1840, quando i carlisti vennero battuti. In esilio a Parigi, aveva vissuto modestamente facendo il rilegatore. Era rientrato in Spagna durante le campagne del 1846-48 e nel 1855, per sostenervi la causa di Isabella con azioni di guerriglia. Nel 1860 era quindi stato a Roma, per offrire i suoi servigi all'esercito pontificio, ma senza concludere. Il repentino crollo della dinastia borbonica, segnando l'inizio di una generale crisi politica, economica e sociale, che tormentò le province meridionali per più anni, aveva determinato lo sviluppo di una larga e violenta protesta delle masse contadine contro l'oppressione e lo sfruttamento esercitati dalla borghesia agraria e contro i carichi introdotti dallo Stato unitario, in particolare la coscrizione. Tra la fine del 1860 e il 1861 siandarono sviluppando così, in tutto il Mezzogiorno continentale, moti, insurrezioni armate e azioni di guerriglia, che i borbonici e il clero reazionario indirizzavano contro le autorità italiane. Nell'estate del 1861 apparve la concreta possibilità di un generale movimento controrivoluzionario nel Sud. I circoli borbonici, in esilio a Roma, Marsiglia e altrove, pensarono allorache fosse tempo di imprimere un indirizzo legittimistico alla spontanea rivolta contadina: a questo scopo il principe di Scilla e il generale Clary affidarono al B. il compito di assumere la direzione delle operazioni militari. Nel settembre 1861 il B. si portò a Malta, centro di emigrazione borbonica, e il 14 di quel mese sbarcò in Calabria, sul litorale ionico, con pochi altri spagnoli, collegandosi subito con alcune, bande locali, ma la rapida repressione effettuata dalle truppe regolari italiane lo costrinse ben presto a trasferirsi in Basilicata e a raggiungere i "briganti" concentrati sul Vulture agli ordini di Carmine Donatelli detto Crocco. La collaborazione fra il B. e Crocco non poteva durare a lungo. Il B., infatti, credeva di poter organizzare una vera guerra civile per il trono e l'altare, mediante l'impiego di masse consistenti di armati, organizzate e disciplinate, con l'obiettivo di conquistare stabilmente grossi centri, tra cui Potenza, per proclamarvi la restaurazione. Crocco, invece, valente capo partigiano, escludeva tale possibilità e capiva che i contadini in armi potevano condurre soltanto una guerriglia e tormentare le proprietà dei possidenti. Tuttavia nel novembre 1861 i due effettuarono una memorabile incursione dal Vulture oltre il Basento, alla testa di alcune migliaia di insorti, e tentarono di accerchiare Potenza, prima dal sud e poi da oriente. Tutta la provincia venne messa a ferro e fuoco, ma alla fine le forze dell'esercito italiano e la resistenza opposta dalle guardie nazionali ricacciarono gli insorti sul Vulture. Il B., vista fallita la sua missione, tentò di raggiungere il territorio pontificio con pochi compagni. Braccato incessantemente dalle truppe e dalle guardie nazionali, attraversò il Molise, raggiunse la Marsica e sorpreso nell'ultima tappa, l'8 dic. 1861, da un drappello di bersaglieri in località La Luppa, a pochi chilometri dalla frontiera pontificia, fu tradotto a Tagliacozzo, ove poche ore dopo venne fucilato, insieme con diciassette compagni spagnoli e lucani.. (fonte www.treccani.it). Fotografia dei fratelli Santoro, Largo del Carmine 4, Palazzo Ferrari, Cosenza, Esposizione del 1866, Privativa del Sistema Crozat. "I fratelli Santoro, attivi già all'epoca del collodio, hanno studio a Catanzaro e a Cosenza [...] Svolgono la propria attività all'insegna di "Fotografia Bruzia". Oltre ad essere dei ritrattisti [...] compongono all'aperto scene di genere e di costume". Bibliografia di riferimento M. Miraglia, Santoro Fratelli, in Fotografia Italiana dell' Ottocento, Electa Editrice, Edizioni Alinari, Firenze, 1979
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100407633
  • NUMERO D'INVENTARIO AD 17
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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