organo da muro

Verbania, 1797 - 1797

Organo racchiuso in cassa addossata alla parete e parzialmente inserita in vano della muratura. Mobile contenitore in abete verniciato, a due torri laterali alte e sezione centrale bassa. Tale sezione presenta tre aperture, di cui la centrale ad arco semicircolare. Analoga apertura è riscontrabile nelle due torri ai lati. Queste specchiature sono fiancheggiate da semicolonne scanalate sormontate da capitelli riconducibili all'ordine corinzio. Fregio centrale e timpano completano superiormente le due torri. Lesene dorate a semplici modanature ornano la cornice. Nell'insieme evidenti influssi neoclassici.Parapetto della cantoria lineare a più specchiature, con fregi lignei dorati a carattere musicale e floreale. Teste di leone applicate sulle colonne di divisione dei riquadri. Cariatidi a funzione di colonne applicate sotto al basamento. Evidente continuità stilistica tra cassa e cantoria

  • OGGETTO organo da muro
  • MATERIA E TECNICA legno di abete/ doratura
    legno di abete/ verniciatura
  • MISURE Profondità: 130 cm
    Altezza: 700 cm
  • SOGGETTO cariatidi
  • CLASSIFICAZIONE da muro
  • LOCALIZZAZIONE S. Leonardo
  • INDIRIZZO Verbania (VB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pregevolissimo organo citato come riferimento dal suo costruttore Eugenio Biroldi in diversi libri e trattati di organaria. Tracciare un profilo storico di questo strumento risulta complesso a causa delle alterne vicende cui l'opera fu sottoposta nel corso degli anni, Sebbene sia conservato presso l'Archivio di Stato a Pallanza, il progetto iniziale ("Investitura con Biroldi per la costruzione dell'Organo - Pallanza 8 marzo 1797"), risulta difficile conoscerne le esatte caratteristiche in quanto vennero reimpiegati da Biroldi stesso elementi di un precedente organo. Parte delle canne sono infatti di fatture secentesca, forse Antegnati, e l'artigiano varesino nel suo progetto descrive solamente le operazioni di modifica. Per ciò che riguarda il grand'organo, le caratteristiche conosciute erano le seguenti: somiere a vento, tastiera in ebano (diatonici) e osso (cromatici) di 62 note (ambito probabile Do1-Fa5 con contr'ottava in sesta ed inizio reale dal Fa-1 e prime tre note richiamanti l'ottava superiore), divisione bassi-soprani tra Si2 e Do3, Principale di 12 piedi in mostra e Principale II° di 12 piedi (diviso tra bassi e soprani) con le 10 canne più gravi in legno, composizione fonica simile all'attuale ma con un Flagioletto bassi (probabilmente di mezzo piede) ed un Oboe soprani in mostra, su somiere proprio (ambito Do3-Re5), limite acuto dei registri ad ancia al Re5, 5 mantici "a stecca".L'organo espressivo descritto nel progetto risulta uguale all'attuale, ad eccezione del somiere, originariamente a tiro con estensione Do1-Fa5. Uno strumento dalle caratteristiche simili, con contr'ottava ma impostato su di un solo manuale, è collocato nella chiesa parrocchiale di Cannobio, opera degli stessi Biroldi datata 1837.Nel 1858vl'opera in esame fu parzialmente riformata da Luigi Mentasti, a quel tempo capo fabbrica dei Maroni-Biroldi. Durante tale riferimento furono apportate le seguenti modifiche: ricostruita "registratura", tastiere, pedaliera e parte della manticeria altre ai registri di Tromboni 12' ai bassi, Timpani, Violoncello bassi dell'organo espressivo, ricostruite parte delle canne di alcuni registri (12 canne dei Corni da caccia, 12 canne del Principale bassi) e canne singole rovinate dai topi. Il Principale II soprani venne trasposto nell'ambito di 16 piedi (progetto datato 12 maggio 1858).Nel 1859 viene citata la ricostruzione dell'Ottavino, forse non sufficientemente ben conservato per essere collocato in prospetto. Probabilmente nel corso dello stesso intervento venne ampliato l'ambito del manuale principale, rendendolo cromatico dal Fa-1, ed esteso nell'acuto fino al Fa5 con somiere di completamento. Si può supporre che in un primo tempo l'aggiunta fosse di 7 note (Fa#5-Do6): su tale somiere sono infatti presenti i canali per sette note, limitate poi a quattro in fase di lavorazione.In un intervento effettuato dall'organaro Giovanni Menozzi del 22 settembre 1859 è riportata la composizione fonica dettagliata dopo l'intervento Mentasti.Dopo questa data non si hanno notizie documentate di altri rifacimenti; si sa comunque di un intervento dell'organaro Bernasconi di Varese e di una pulitura Scolari del 1901.Nel periodo compreso tra il 1860 ed i primi decenni del '900 furono asportate le canne relative ai registri di contr'ottava del grand'organo, riducendo l'estensione dei manuali nell'ambito Do1-La5. Vennero anche eliminate le 27 canne relative al somierino di "Brustwerk", rendendolo così inutilizzato. Nonostante tali modifiche lo strumento presenta però un altissimo interesse dal punto di vista storico.Lo strumento è stato infine restaurato nel 1980-83 dalla ditta Mascioni di Cuvio in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte, che riportarono lo strumento all'impostazione riformata dei Mentasti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Strumenti musicali-Organo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031158
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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