Transito di S. Giuseppe. Morte di San Giuseppe

dipinto ca. 1755 - ca. 1760

Dipinto con cornice lignea riccamente intagliata e dorata.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bazzani, Giuseppe (1690-1769)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE È purtroppo ignota la provenienza di questo dipinto, che, per il formato, poteva in origine ornare una sagrestia o essere destinato alla devozione privata. Il quadro è documentato per la prima volta solamente nel 1895, quando lo troviamo esposto nella Galleria del Palazzo Accademico, correttamente indicato da Intra (nel suo elenco manoscritto) come opera di Giuseppe Bazzani. L'ingresso nelle collezioni municipali dev'essere avvenuto dopo il 1867, poiché le relazioni pubblicate sino al 1868 da d'Arco e Portioli, relative alla formazione delle collezioni civiche, non ne danno conto. È possibile che il dipinto sia giunto al Museo Patrio, forse assieme all'Estasi di una santa dello stesso autore (cat. [494]), per donazione di un privato, di cui purtroppo non ho trovato notizia. Nel 1915 il dipinto viene portato in Palazzo Ducale (cfr. Tamassia 1996, p. 59, descritto come un "soggetto religioso"), dove viene conseguentemente notato da vari studiosi. Nel 1922 ne danno infatti già notizia Pacchioni (1922, pp. 182-184) e Tarchiani (1922, p. 32 n. 79), che lo pubblicano come opera del Bazzani. Il primo studioso che prova anche a dare una collocazione cronologica al dipinto è Ivanoff (1949, p. 78 nota 2), che ritiene la tela un'opera della tarda maturità in cui tuttavia affiorano ricordi di Giovanni Canti, il pittore parmense maestro del Bazzani. La Perina Tellini (1968, p. 110) data il dipinto alla fine del sesto decennio e la proposta è successivamente accolta dagli studiosi; Caroli (1988, p. 204 n. 312) ritiene che l'intero gruppo di dipinti con questo soggetto sia databile agli ultimi anni di attività del pittore e implichi, nella rappresentazione della sofferenza e del trapasso , riferimenti autobiografici. La Tellini Perina (1988, p. 71) suggerisce che un dipinto in collezione privata (quale?) possa essere il bozzetto per il nostro quadro. Sono note, come detto, varie versioni del soggetto nel catalogo del pittore mantovano: la tela in oggetto è quella di dimensioni maggiori e mostra le massime affinità con il dipinto del Musée Départemental de L'Oise di Beauvais (inv. 61 3?) e col dipinto di Motteggiana (cfr. Ca roli 1988, p. 205 nn. 313-314). La tavolozza tendente al monocromo, tutta costruita su colori terrosi e caldi, e la pennellata che vaporizza le anatomie, mi inducono a condividere la datazione tarda - anche se non estrema - proposta da Caroli (1988, p. 204 n. 312).(L'OCCASO 2011,p. 397)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ S23
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010||2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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