Dipinto di forma ovale privo di cornice, raffigurante un angelo con cornucopia. di autore ignoto del XVIII secolo, proveniente dalla Chiesa di Montevergine

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Messinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • LOCALIZZAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • INDIRIZZO Viale della Libertà, 465, Messina (ME)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto di autore ignoto, per il tratto pittorico è riconducibile a scuola messinese dei primi decenni del Settecento. Sebbene la sua provenienza è indicata dai registri inventariali dalla Chiesa di Montevergine, non risulta nella relazione di A. Salinas e G.M. Columba tra le opere recuperate dopo il terremoto del 1908 dall’edificio ecclesiastico distrutto dal cataclisma e non è oltremodo menzionata in fonti letterarie e guide coeve. Secondo G. Barbera, in assenza di dati documentari, ipotizza con qualche riserva affinità stilistiche con Letterio Paladino, il quale nel 1736 aveva affrescato la Chiesa di Montevergine. Ma qualche dubbio desta l’impostazione dell’angelo il cui coinvolgimento estatico induce a percepire la presenza di altre immagini collegate alla dimensione del sacro. La raffigurazione angelica in tutta la sua bellezza e composizione formale sembra essere parte integrante di una coreografia più ampia. Infatti si potrebbe azzardare l’ipotesi che il dipinto possa essere stato ricavato, come soggetto singolo, da una iconografia più complessa di una pala d’altare, presumibilmente in pessimo stato di conservazione e forse non recuperabile. Infatti la costruzione della figura occupa tutta la tela e appare troncata, anche se con maestria, nell’aspetto formale e nella definizione degli attributi. La pittura è troppo a ridosso dei margini e non lascia spazio attorno all’immagine che appare compressa entro il perimetro limitato dell’ovale. L’immagine alata è inoltre contraddistinta da strumenti iconografici che denotano una caratterizzazione allegorica, come il bastone del viandante che tiene in mano è segno di guida e di potere. La cornucopia è assimilata in campo religioso al calice eucaristico ed è metafora della fertilità della Chiesa che elargisce frutti in abbondanza. Pertanto la sua mansione creativa si identifica con la funzione genitrice di Maria. Taluni elementi vegetali raffigurati sono legati alla simbologia cristologica e presagiscono la passione di Gesù, come l’uva, memoria del sangue di Cristo nel Sacramento dell’Eucaristia, il tulipano rosso emblema dell’amore incondizionato del Salvatore e le ciliegie, che per colore e forma simile al cuore, sono simboli del martirio e del sacrificio sulla croce. La pera per la sua dolcezza rappresenta la Bontà Divina, mentre per la sua struttura allungata è riferita al ventre materno di Maria. La pesca con le sue tre componenti polpa, nocciolo e semi, indicano la Santissima Trinità. La mela e il fico sono solitamente collegati al peccato originale, di Adamo ed Eva, ma in particolare la mela acquisisce un significato di salvezza e redenzione se tenuto in mano da Gesù Bambino e dalla Vergine. Così il fico è inteso come il frutto dello Spirito, della conoscenza del bene e del male e pertanto dalla Genesi all’Apocalisse è fortemente presente nel simbolismo scritturale. Dunque attraverso l’analisi dei significati esoterici si porterebbe considerare l’angelo come figura allegorica della Chiesa in cammino, guidata dal bastone della fede e che produce senza fine copiosi beni in virtù del calice della passione del Cristo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382925
  • ENTE SCHEDATORE Museo regionale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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