Angelo custode con stemma di corporazione

scultura,

Entro lo stemma di corporazione, dalla forma romboidale con cornice liscia nei margini esterni, è rappresentato un angelo dalle grandi ali e incedente in avanti riccamente panneggiato col volto leggermente rivolto verso sinistra e dai lineamenti delicati, che tiene nella mano destra una freccia e nella sinistra uno stemma dallo scudo siciliano entro il quale vi sono un paio di forbici aperte

  • OGGETTO scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Gaginiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Regionale della Sicilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Abatellis
  • INDIRIZZO via Alloro 4, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera catalogata, di discreta fattura si rivela significativa in quanto testimonia che già nell'arco del Cinquecento il linguaggio culturale scultoreo rinascimentale è pienamente assimilato anche in Sicilia, da parte delle maestranze locali certamente legate alla bottega o alla cerchia dei Gagini. Il soggetto dell'opera è "L' Angelo Custode" in questo caso protettore di una maestranza di lavoratori. L'Angelo, scolpito ad altorilievo, leggermente incedente in avanti, riccamente panneggiato, dal volto con i lineamenti delicati e appena inclinato a sinistra, dalle ali decorate con un morbido piumaggio, e che nel braccio destro piegato sul petto tiene una freccia e nel sinistro uno scudo, esprime leggerezza, grazia ed eleganza, quasi ad identificarsi con il prodotto realizzato dalla maestranza protetta. L'identificazione dello stemma, un paio di forbici aperte, scolpite sullo scudo siciliano e la freccia tenuta dall'angelo sono i simboli che ne restituiscono l'appartenenza alla maestranza dei Sartori. I Sartori a Palermo nei secoli XVI, XVII e XVIII facevano parte di quel vasto gruppo di maestranze che si occupava della fase finale della lavorazione della stoffa e cioè della confezione degli abiti. Poche sono le notizie sulla maestranza dei sartori nell'arco del Cinquecento, periodo in cui è collocabile cronologicamente la scultura catalogata, infatti a quell' epoca pare che i loro laboratori fossero concentrati nel quartiere della Loggia vicini alle antiche botteghe di stoffe dei mercanti genovesi probabilmente per procacciarsi committenze con più facilità. Nei secoli successi i sartori, organizzandosi nel lavoro in modo libero e non più soggetto ai commerci delle stoffe da parte dei mercanti della loggia si spostarono in tutta la città per trovare e stare vicini ad altri committenti e così garantire possibilità di vita dignitosa a se stessi e alle loro famiglie. Dallo studio di questi piccoli flussi di spostamenti urbani che sono attestati nei registri degli stati liberi matrimoniali della Chiesa di Palermo si dimostra come la maestranza sviluppò una discreta economia e quindi riuscì a sostenere anche l'onere della propria confraternita. Così una discreta concentrazione dei laboratori dei sartori si sposta negli assi viari più importanti della città ed in particolare vi è un'ampia concentrazione nella parte bassa del Cassaro in cui i Sartori convivevano ed interagivano con altre maestranze dalle professioni più disparate. La maestranza dei Sartori, forse perché presente in molti quartieri della città, non riuscì mai ad avere forza economica per fare edificare una propria chiesa, cosa che invece avveniva per le maestranze più forti nello stesso periodo; infatti già alla fine del quattrocento e per tutto il perdurare del cinquecento fino alla prima metà del seicento a Palermo si assiste all'edificazione di nuove chiese ad opera di diverse confraternite di maestranze. Le fonti palermitane cinquecentesche consultate - periodo di collocazione cronologica dell'opera - non ci restituiscono informazioni sulle chiese o cappelle di appartenenza della maestranza, così come per altre maestranze legati alla stoffa come i tessitori, i linaioli, i tintori ecc. Il Mongitore nei suoi manoscritti, conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo pur riportando notizie più antiche attesta che le chiese, purtroppo alcune distrutte già al suo tempo, in cui le confraternite della maestranza dei sartori avevano luogo erano S. Procopio a piazza Papireto, Santa Spina in contrada dello Stazzone, e SS. Oliva e Uomobono vicino alla Madonna dell'Itria alla Kalsa, ed inoltre aggiunge, che ottenuto un luogo vicino alla Madonna dell'Itria dei Cocchieri, la maestranza vi edificò anche un oratorio, dedicato ai SS. Uomobono e Oliva che fu terminato nel 1736. Il Marchese di Villabianca nel suo Palermo d'Oggi giorno individua come chiesa di riferimento della maestranza dei sartori la stessa chiesa descritta dal Mongitore alla Kalsa ma la appella Santo Bonomo e dice di essere nei pressi di via Alloro e vicino alla vanella di San Carlo. Poche sono le notizie su queste chiese e relativa maestranza dei sartori, fatta eccezione se non per quella dedicata a Santo Bonomo così come attesta il Villabianca in cui dice che è una chiesetta che ha un solo altare e che vanta solo per quello abbastanza antichità: potrebbe forse riferirsi ad opere di scultura cinquecentesca. Il Di Marzo nella 3 nota, all'opera del Villabianca, aggiunge che già ai suoi tempi la chiesa non esisteva più e che nel sito dove era edificata rimaneva un cortile che era intitolato a San Bonomo. Attualmente sul sito dell'antico cortile sorgono alcuni palazzi di recente costruzione e i piccoli piazzali retrostanti non lasciano individuare la precedente stratificazione urbana. Anche della chiesa di S. Procopio al Papireto il Marchese di Villabianca ne parla, pur non riferendola alla confraternita dei sartori ma a quella dei cadumari, e dice che fu fondata nell'anno 1606 da borghesi, ed inoltre il Di Marzo aggiunge in nota che i cadumari la ottennero solo nella seconda metà del XVII secolo, poi in quanto vetusta e pericolante fu abbattuta dopo 1860 ed ora vi è la strada del Papireto. Probabilmente la scultura catalogata pervenne al Museo Nazionale di Palermo direttamente dalla dismissione di una delle fabbriche di quelle chiese distrutte attestate dalle fonti antiche, e successivamente devoluta alla Galleria Nazionale della Sicilia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900312075
  • NUMERO D'INVENTARIO 5037
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2023
  • STEMMI nello scudo - di fabbrica - Emblema - Sartori - un paio di forbici aperte su uno scudo siciliano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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