presentazione di Gesù al Tempio, S. Donato e S. Francesco

dipinto,

Personaggi: Madonna; San Giuseppe; Bambino; sacerdote; laici. Oggetti: altare; candele. Animali: tortore. Attributi: (San Francesco) rosario; croce; stimmate; (San Donato) libro; pastorale; mitra

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI De Laurentis Attilio (1601/ 1652): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Todisco Girolamo (de Bonis, 1982, P. 53)
    Todisco Girolamo (settembrino, 2000, P. 121)
    Todisco Girolamo (lisanti, 2003, P. 30)
  • LOCALIZZAZIONE Calvello (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco è campito in una nicchia a sinistra dell'ingresso ed è organizzato in due registri, quello superiore con la scena della Presentazione di Gesù al Tempio, quello inferiore, con i santi Donato e Francesco. Un primo elemento da chiarire riguarda proprio il soggetto iconografico. De Bonis e Lisanti parlano di un affresco rappresentante la Vergine e santi, attribuito al Todisco, che De Bonis data al 1614 (De Bonis, pp. 53-55; Lisanti, 2003, p. 30), mentre Grelle, nell'edizione più recente del suo volume, Arte in Basilicata, parla di Circoncisione e Santi, attribuendo l'opera ad Attilio De Laurentis (Grelle, 2001, p. 354). In realtà, già nell'edizione del 1981, Grelle parlava di un dipinto di De Laurentis nella chiesa della SS. Trinità (Grelle, 1981, p. 117 e p. 243), essendo ripresa da Masini (Masini, 1996, p. 50). Nel 2000, Settembrino riconosceva nell'episodio la Circoncisione e la presentazione di Gesù al Tempio (Settembrino, 2000, p. 122), identificando il pittore che l'ha eseguita con Girolamo Todisco. Credo sia opportuno analizzare prima l'iconografia della scena e, poi, la problematica dell'attribuzione dell'opera. La scena rappresenta la presentazione di Gesù al Tempio e non la Circoncisione; si osservi la scena: viene rappresentato Gesù in braccio al sacerdote, sopra l'altare del Tempio alla presenza di S. Giuseppe e della Vergine che ha in mano le tortore, uno degli elementi che più qualifica la scena della presentazione al Tempio, prefigurando il sacrificio di Cristo. Inoltre, il sacerdote non accenna alla circoncisione. Volevo far notare la presenza di un'altro sacerdote e di alcuni personaggi in abiti seicenteschi: due di questi portano dei ceri, elemento consueto per la festa della Candelora (d'altra parte, lo stesso Settembrino ritiene che "il sacerdote con in mano il vangelo, lo sguardo rivolto verso l'uomo col cero acceso, quasi rievochi alla luce della fede i passi dell'episodio affrescato" Settembrino, 2000, p. 122). Inoltre, come osservato da Settembrino, anche l'iscrisione che divide i due registri (Mortali similis deus, mortalis ed ipse. Sistitur ante aras, coeli qui psidet aris) commenta l'episodio del Vangelo di Luca 2, 21-35 (Settembrino, 2003, p. 122). Anche Settembrino ritiene l'opera di Girolamo Todisco, pittore che esegue, a Calvello, gli affreschi della chiesa di S. Maria degli Angeli, che la realizza nello stesso periodo, o qualche anno prima, di questi (Settembrino, 2000, p. 122). Come già accennato, Grelle, invece, ritiene l'opera di Attilio De Laurentis, pittore nato nel 1601 a Corleto Perticara, che si trasferisce a Montemurro nel 1627, in seguito ad un matrimonio (Grelle, 2001, p. 307; Schiavone, 1982, p. 5), che matura nell'ambito del Pietrafesa, e che realizza una Resurrezione, nel 1626, nella chiesa di S. Antonio a Vaglio, una Madonna in gloria nella chiesa di S. Luigi ad Aliano, nel 1650, un'Annunciazione per la Parrocchiale di Accettura (Grelle, 1981, p. 117) e, a Calvello, il S. Lorenzo della chiesa di S. Maria del Piano (Grelle, 2001, p. 354). Indubbiamente l'impianto dell'opera, la divisione in due registri, i motivi decorativi rimandano agli affreschi calvellesi di Todisco, datati 1616; devo, però notare che stilisticamente le opere presentano alcune differenze, nella preferenza di tonalità più scure, nell'uso di ombre più cariche, nel modo stesso di particoleggiare i volti (si confronti il S. Donato della chiesa della SS. Trinità con quello di S. Maria degli Angeli), che fanno riflettere sulla diversità di mano. Per l'identificazione del pittore, convince l'ipotesi di Grelle: pertinenti sarebbero i confronti tra il S. Francesco (SS. Trinità) e il S. Lorenzo di S. Maria del Piano, a Calvello, tra il S. Giuseppe della "presentazione" e il Dio dell'annunciazione di Accettura. Per quanto riguarda la datazione, non sappiamo se il 1614 del De Bonis (De Bonis, 1982, p. 53) sia presente in un riquadro tra i SS. Donato e Francesco (purtroppo l'opera era velinata durante il mio sopraluogo). Certo è che quella datazione, se reale, escluderebbe l'identificazione del pittore con il De Laurentis che nel 1614 aveva 13 anni. I contatti con Todisco, d'altra parte, possono essere risolti considerando quanto asserito da Grelle (Grelle, 2001, p. 303) che ritiene De Laurentis collaboratore del Todisco negli affreschi della chiesa di S. Maria degli Angeli. In quest'opera, De Laurentis mostra di tener presente gli schemi di Todisco, ma allo stesso tempo realizza immagini che contrastano con quelle del presunto maestro per una maggiore espressività, una diversa concezione delle ombre, elementi che giustificano una datazione della Presentazione al Tempio al 3° decennio del secolo, avendo il pittore maturato esperienze diverse, avendo avuto contatti, forse, con le opere del Pietrafesa, nel cui ambito egli matura (Grelle, 1981, p. 117)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135458
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso alle figure - SANCTUS DONATUS/ SANCTUS FRANCISCUS - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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