veduta della città di Venosa. veduta di città

dipinto, 1709 - 1709
Palmieri Anselmo Di Polla (attribuito)
1709/ notizie prima metà sec. XVIII

Il particolare d'affresco raffigura la città di Venosa, così come indica l a scritta "Venusium"posta sopra l'immagine. Due figure di nudi sono appogg iati alla veduta della città, le cui indicazioni sono riportate nel cartig lio sottostante. L'immagine è inquadrata in una finta inteleiatura archite ttonica.L'immagine ritrae il centro abitato entro una cinta muraria

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Palmieri Anselmo Di Polla (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Matera (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il particolare d'affresco ritrae la città di Venosa che vide la presenza dei Romani a partire dal 291 a.C. Essi vi si insediarono dopo averla sottr atta al dominio dei Sanniti. Nel 65 a.C.nacque a Venosa Quinto Orazio Flac co.Il grande poeta latino visse a Venosa la sua fanciullezza e iniziò gli studi di grammatica nella scuola locale. La fortuna di Venosa proviene in larga parte dalla sua posizione geografica: per molto tempo essa fu una de lle principali stazioni della Via Appia, forse la più importante arteria d i comunicazione dell'antichità, strada che congiungeva Roma con Brindisi, vettore e canale obbligato degli scambi tra il Mondo Occidentale e quello Orientale.I Goti prima di porre definitivamente il proprio centro amminist rativo, economico e politico nella vicina Acerenza , nel 493 d.C. lo aveva no infatti spostato dalla Val d'Agri a Venosa.Nel 985 i Saraceni la sacche ggiarono e successivamente i Bizantini, succeduti ai Longobardi, dopo la epica battaglia del fiume Olivento, sconfitti dalle truppe Normanne di Ard uino nel 1041 furono costretti ad abbandonarla in favore dei nuovi signori dell'Italia Meridionale. L'arrivo dei benedettini e dei Normanni segnò un a svolta e un ritrovato benessere, documentato dalla storia dell'abbazia d ella Trinità e dal passaggio, per volere di Federico II, nei possessi dema niali, nei quali rimase sino ai primi del XV secolo. Fu Maria Donata Orsin i, nel 1443, a portarla in dote a Pirro del Balzo, che diede a Venosa il n uovo assetto urbanistico, con i punti di forza del Castello e della Catted rale. agli angioini seguiranno gli aragonesi, ai Del Balzo i Gesualdo, che nel 1561 vennero nominati feudatari e Principi di Venosa. Dopo un periodo di grandi fermenti culturali Venosa passò di mano in mano come feudo, dai Ludovisi ai Caracciolo. Nel primo decennio dell' 800 si verificarono conf litti tra popolani e galantuomini senza determinare scissioni nette tra la popolazione.La città di Venosa, in seguito, pur avendo partecipato al fen omeno del brigantaggio, ne risultò appena coinvolta ; tuttavia nel 1861 si ha testimonianza di una rivolta tra liberali e reazionari cui presero par te bande legate al brigante Crocco che ebbero il sostegno di alcune famigl ie venosine. (Larotonda A.L. ,1999, pp.358-365)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700133547-10
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sopra l'immagine della città - "VENUSIUM" - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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