San Giacomo Minore

dipinto, 1190 - 1199

Appartiene al dittico di S. Pietro. E' tra gli affreschi meglioconservati della cripta e quello che manifesta in maniera più chiara ilsostrato culturale del frescante. L'apostolo Giacomo è raffiguratonell'abbigliamento consueto composto da tunica e mantello, entrambidecorati da motivi ornamentali pseudo-cufici e da perline (la tunica), esegmenti e ricami (il mantello). Egli benedice con la mano destra allalatina e nella sinistra regge un bastone, attributo del tutto inconsuetonella iconografia bizantina e che allude certamente nella sua qualificadi "bastone di pellegrino", al posto tenuto dall'apostolo Giacomo tra i"loca sancta" dei pellegrinaggi medievali (Compostella). L'archivoltodella nicchia che accoglie l'immagine è ornato da una iscrizione incaratteri cufici "severi" rispetto all'analogo motivo ornamentale dellanicchia attigua in caratteri cufici "fioriti"

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 208 cm
    Larghezza: 90 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Matera (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco si inserisce pienamente, come accennato, nella "Koinè"artistica dell'epoca comnena caratterizzata dall'equilibrio tra linee evolume tra disegno e struttura solida e figura organica etridimensionale, accompagnato da elementi di maniera, quali lacomplessità delle pieghe, zig - zag, rigonfiamenti per indicare superficiin movimento. Si potrebbe definire, dunque, lo stile di questa figura (eper analogia quello delle altre pure appartenenti a questa fase e aquesto frescante) come "volume style", indicato dal Kitzinger come faseintermedia dello stile comneno, prima del "dynamic style" tipico dellaseconda metà - fine del XII secolo, nella produzione di caratteremonumentale, come ad esempio i mosaici di Monreale. Tale stile nelleprovince periferiche continuò a manifestarsi anche nella prima metà delXIII secolo. Gli elementi appartenenti, come accennato alla Koinèartistica comnena, si trovano diffusi in monumenti anche lontanidall'area metropolitana bizantina, come ad esempio nelle isole dell'Egeo, in Dalmazia, nell'area veneta (Aquileia) e nell'Italia meridionale,dove essi costituiscono quell' "endemico" sostrato bizantino, notato dalDemus, che arricchisce, rafforza e aggiorna quello puramente locale. Sitratta, dunque, dell'opera di un frescante al corrente della pittura invoga nelle province, la cui produzione è certamente di buon livello, comedimostra la figura di S. Giacomo nel suo plasticismo (il nobile e serenovolto), nel panneggio classico e nelle forme organiche. Un ulterioremotivo di interesse dell'affresco, insieme agli altri superstiti nellacripta, è costituito dal fatto che, grazie all'esame dellecarattersitiche iconografiche e stilistiche fin qui messe in rilievo, èpossibile rintracciare l'opera dello stesso artista anche in un altrociclo di affreschi superstiti: quello della Cripta di S. Vito Vecchio aGravina, ora al Museo della stessa città. E' la prima volta che èpossibile distinguere e isolare, nella congerie di elementi e produzionea prima vista difforme della pittura rupestre, l'opera di una bottegalocale, facente capo ad un maestro greco od appulo-greco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700034948
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ISCRIZIONI ai lati - SANTUS IACOPUS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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