presentazione di Gesù al tempio

dipinto,

Il Sommo Sacerdote riceve Gesù in ginocchio e in primo piano a destra è raffigurata la profetessa Anna; Giuseppe si appoggia al bastone, data la sua età avanzata e regge un cero a significare che, nella festa della presentazione del Signore, la chiesa celebra anche la Candelora. Sul fondo è raffigurato un giovane che sul capo regge un cesto con le colombe. L'affresco è rotondo e tutta la scena è dominata da un'aria di solennità e di festa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Corenzio Belisario (1558/ 1646 Ca)
  • LOCALIZZAZIONE Salerno (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra Belisario Corenzio e D. Fontana c'erano notevoli incomprensioni ma, nel corso dei lavori, l'artista mostrò un'arroganza tale da far sospettare una protezione molto alta, quella del Vicerè. L'incarico gli fu dato il 9 aprile 1603; ricevette dal Fontana 150 ducati e doveva terminare il lavoro in un anno. Il Fontana fu leggero nel fissare un termine così breve all'artista; inoltre Nuvolone, Vassallo e Merliani, che già da un anno lavoravano agli stucchi, si trasferirono per altri lavori a Napoli, dove restarono fino al 1605. Di conseguenza il Corenzio a sua volta si allontanò da Salerno e vi fece ritorno con gli stuccatori nel 1606. Egli sapeva che la sua carica a pittore di corte rendeva difficile trovare un altro artista che fosse disposto a prendere il suo posto e D. Fontana dovette riconfermargli l'incarico e dargli anche un acconto di cento ducati. Nel 1608 G. Cesare Fontana, che aveva sostituito nella direzione dei lavori il padre, morto nell'anno precedente, concesse al Corenzio altri 100 ducati. Ad ogni modo alla fine l'artista aveva ricevuto in totale 1550 ducati. "Gli affreschi di Salerno riflettono lo spirito e le contraddizioni proprie dell'artista: versatile, decorativo e discontinuo"(M. Causa Picone, Disegni della Società Napoletana di Storia Patria, Napoli 1974, p. 34). Vi si alternano così quadri che rivelano uno studio accuarato delle proporzioni e degli atteggiamenti e altri che sembrano condotti con superficialità. Il dialogo con l'arte del Tintoretto ritorna, anche a Salerno, negli affreschi migliori. "L'artista umanizza, spesso all'estremo, i tratti espressivi e spesso cade nel grottesco, nel repellente e certo l'attività salernitana del Corenzio rispecchia la mediocrità, che la critica riconosce alla produzione pittorica dell'artista. Forse il suo temperamento, che lo portava a lavorare di getto, e la sua notoria venalità non sono fattori estranei ai difetti presenti negli affreschi della Cripta"(A. Carucci-U. Pecoraro, p.128).Studi recenti spostano la datazione del ciclo al 1611(cfr Il Centro Storico di Salerno)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500671607-10
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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