Rivista navale al molo di Napoli. Rivista navale al molo di Napoli

dipinto, 1826 - 1826

Il piccolo dipinto, racchiuso da una ricca cornice intagliata e dorata, raffigura l'ingresso nel porto di Napoli di alcuni velieri a tre alberi, uno dei quali (quello centrale a vele spiegate) spara a salve colpi di cannone. L'occasione ha attirato in riva al mare una moltitudine di persone pronte a festeggiare l'accadimento. Le figurine che nonostante le ridotte dimensioni sono indagate nei minimi particolari (una galleria di ritratti e costumi del tempo), sono arroccate sugli scogli, a bordo di piccole barche e sulla riva del mare e applaudono ai nuovi arrivati

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Candido Salvatore (notizie Prima Metà Sec. Xix): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Reggia di Caserta
  • LOCALIZZAZIONE Prefettura di Caserta
  • INDIRIZZO Piazza della Prefettura, 2, Caserta (CE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di Salvatore Candido, raro pittore, del quale si conoscono pochi dipinti, conservati in collezioni pubbliche o private. La scarsezza di notizie biografiche sull’autore non permette di tracciarne con precisione la parabola artistica. Le opere firmate e datate ci restituiscono l’immagine di un pittore raffinato, che opera a Napoli tra il 1823 e il 1869, forse figlio o nipote del ritrattista Francesco Saverio Candido attivo alla fine del Settecento alla corte di Ferdinando IV e Maria Carolina (notizie in F. C. Greco, M. Picone Petrusa, I. Valente, La pittura Napoletana dell’Ottocento, Napoli 1996, ad vocem, tav. p. 105). I pochi dipinti di provenienza documentata tra i quali “Villa Comunale ripresa da Piazza Vittoria”, (1869, collezione privata), “Veduta di Napoli dal mare” e “Veduta del golfo di Pozzuoli” (1842, Aversa, collezione Carmine de Pompeis), insieme ad opere transitate sul mercato artistico (“Lungomare di Napoli con figure e carrozzelle”, Wannenes, 2015 e “Veduta di Napoli da Santa Lucia”, Sotheby’s, 2007), collocano il Candido tra i paesaggisti legati alla tradizione della gouache napoletana, di ascendenza hackertiana e del paesaggio romantico di scuola posillipista. Alla maniera di Hackert rinvia il fare disteso, analitico, calligrafico, che tende ad una rappresentazione classica del paesaggio, eppure, nella limpidità della veduta, riesce ad esprimere una raffinata e poetica sensibilità. Alla Scuola di Posillipo, invece, rimanda la fine sagacia interpretativa della luminosità e del colore che esalta il paesaggio napoletano. Nei colori smaltati di Salvatore Candido, però, non si rileva quella liquidità del segno, quel tocco vibratile ed impressionistico che costituisce uno dei caratteri peculiari della pittura di Pitloo e Gigante. In "Rivista navale al molo di Napoli", acquistato dal re di Napoli alla prima Biennale borbonica del 1826 conservato al Palazzo Reale di Caserta e attualmente in sottoconsegna presso la Prefettura della stessa città, la scena è descritta con una dovizia di particolari quasi calligrafica, rilevando la volontà di una rappresentazione scenica colta probabilmente 'en plein air' poi elaborata al cavalletto nell’atelier del pittore: la veduta appare luminosa e i colori brillanti sembrano quasi smaltati, con la scena animata da personaggi sul lungomare della Napoli di inizio Ottocento (cfr. “Le biennali borboniche: le esposizioni di belle arti nel Real museo borbonico dal 1826 al 1859”, Napoli 2009)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500068756
  • NUMERO D'INVENTARIO 2992
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI in basso al centro - SAL.RE CANDIDO - corsivo - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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