portale - bottega Italia meridionale (prima metà sec. XIII)

portale,

La facciata in conci di pietra del Gargano, si eleva su un alto zoccolo con una teoria di sette arcate cieche su slanciate lesene con capitelli a doppio ordine di foglie aculeate, più alta e ampia l'arcata mediana incornicia il pprtale, cui si accede da una scalinata. Una cornice marcapiano a fogliame divide il rosone a modanature concentriche scolpite con analoghi ornati. Lungo gli spioventi laterali cornice frammentaria a cespi d'acanto. Le arcate a doppia ghiera hanno le cornici esterne decorate a palmette e tortiglioni, le interne a rombi e triangoli, tra le arcate rose scolpite e traforate. Sul capitello angolare sinistro, tra le foglie, emergono tre figure nimbate sedute; testine umane sono scolpite anche sul secondo, quarto e settimo capitello (testa barbuta, testa femminile coronata, testa maschile). All'interno delle arcate, bifore cieche strombate, poggiate su una cornice a tralcio gerosolimitano che taglia orizzontalmente il campo delle arcate. La seconda e la quinta bifora hanno archi a ferro di cavallo, quest'ultima con archivolto interno a conci bianchi e neri. Le bifore esterne sono percorse da un doppio tralcio "gerosolimitano" e affiancate dai resti di coppie di leoni sovrastati da grifi. Nel campo della prima bifora è un rilievo con la Annuciazione. Le poche

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
    Marmo
    PIETRA CALCAREA
    breccia
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Termoli (CB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE serie di rimandi alla deLa cattedrale di Termoli, intitolata al patrono San Basso e originariamente dedicata alla Purificazione della Vergine, è stata considerata della storiografia tradizionale in stretto rapporto con le chiese pugliesi della Capitanata della fine del XII secolo. I legami con le Cattedrali di Troia e di Foggia sono palesi nell'impaginazione della facciata, nel ripetersi ritmato delle arcate, presenti con maggiore accentuazione anche sul lato settentrionale; nelle finestre bifore inscritte e in una nutrita serie di rimandi alla decorazione scultorea. La cattedrale di Termoli, intitolata al patrono S.Basso e originariamente dedicata alla Purificazione della Vergine, è stata considerata dalla storiografia tradizionale in stretto rapporto con le chiese pugliesi della Capitanata della fine del XII secolo. I legami con le cattedrali di Troia e Poggia sono palesi nell'impaginazione della facciata, nel ripetersi ritmato delle arcate, presenti con minore accentuazione anche sul lato settentrionale; nelle finestre bifore inscritte e in una nutrita serie di rimandi nella decorazione scultorea. Un recente saggio di P,Aceto ha gettato nuova luce su questi legami, approfondendo aspetti già esaminati nell'esauriente studio di M,S.Calò Mariani, relativi alla rete di relazioni artistiche tra il Duomo di Termoli e gli edifici di area abruzzese e pugliese databili al XII-XIII secolo; epoca a cui si fa risalire la costruzione della nuova cattedrale (cfr.: M. S.CALO1 MARIANI,Roma, 1979; P.ACETO,in "Bollettino d'Arte". n.59,VI,LXXV,1990. Ad essi si rd. manda per il dibattito critico e la bibliografia precedente). Il ricco corredo plastico - oggi ridotto a pochi elementi decorativi - interessa la parte inferiore della facciata, essendo stata la superiore ricostruita nel XV secolo; infatti, e£ cettuato il rosone, appare liscia e uniforme (cfr.:M.S.CALO' MARIANI,op.cit.,pp.22-23 ; G.BA SILE,....,in "Bollettino d'Arte" ,Supp'«n. 41. II, 1 987. P. 287) . La decorazione scultorea, che secondo la tradizione medioevale dispiega figurazioni religio se insieme a soggetti profani e aniconici, ha rivelato a un attento esame un'originalità sti listica che colloca la facciata di Termoli al centro di un'area artistica di grande vivacità culturale nei primi decenni del '200, L'elegante tralcio vegetale a foglie aculeate vomitato da mascheroni, che corre lungo le modanature, è il cosiddetto tralcio "gerosolimitano" , pre sente su alcuni capitelli dell'abbaziale di S.Clemente a Casauria. Il portale in origine affiancato da fasci tristili di colonne, presenta identità esecutive con qmello dell'abbazia di S.Giovanni in Venere e Possacesia, databile tra il 1225 e il 1230 I capitelli e le statue all'imposta della lunetta - in particolare il perduto S.Sebastiano con accenti già gotici nell'intonazione classicista - mostrano stringenti affinità con i capitelli e le sculture della lunetta dell'abbazia abruzzese. La modernità di linguaggio ha indotto ad ipotizzare la presenza nei due cantieri di un magi-ster itinerante di origine francese informato direttamente sugli esiti della scultura d'oltralpe. A Termoli avrebbe eseguito il portale con le statue , di cui oggi resta integro solo il S.Basso, e i capitelli con testine umane delle paraste, di accento più gotico rispetto a quello con figure nimbate o al rilievo dell'Annunciazione, che la Calò attribuisce alla mano di un esecurore ancora legato alla tradizione scultorea meridionale (cfr.:M.S.CALO' MA RIAMI,op.eit.,pp.43-44,pp.47-50; P.ACETO,op.cit.,pp.43T45,47,pp.49-58 per le vicende costrut tiwe di S.Giovanni in Venere). La studiosa riconduce l'opera del magister francese nella produzione sveva da cui Termoli di pende chiaramente anche per l'uso dei materiali, come la breccia corallina distintiva di mo^ te fabbriche federiciane. Da qui la proposta di datazione intorno al quarto decennio del '200. Proposta respinta da Aceto che svincola l'opera termolese dai riferimenti federiciani sulla base delle stringenti affinità con S.Giovanni in Venere, avanzando così una cronologia compresa tra il secondo e il terzo decennio del secolo, di poco anteriore o contemporanea all'abbazia e restituendo all'edificio un valore di originalità stilistica e centralità nell'area artistica di appartenenza, ipotizzando il primo manifestarsi di motivi divenuti pro-pri dell'arte federiciana (cfr.:M.S.CALO' MARIANI,op.cit.,p.33,PP.51-52 ; F.ACETO,op.cit., pp.40-41,P.49). Senza entrare nel merito della complessa questione è innegabile la qualità di ciò che resta dell'apparato decorativo. Gli splendidi rosoni traforati tra le arcate, le cornici fogliate negli intradossi degli archi a ferro di cavallo, le colonnine finemente decorate, i frammenti scultorei, insieme agli effetti cromatici delle pietre e degli smalti policromi testimoniano l'unicità e i caratteri d'avanguardia delle decorazioni, restituendo dignità ad un monumento gravemente danneggiato dal tempo e dagli agenti atmosferici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400017254
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • ISCRIZIONI piedistalli delle statue, a destra - IUDEX GRIMALDUS RAV(el)LE(n)SIS HA(n)C IMAGINEM FIERI FECIT - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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