Saluto all'aurora. Nudo di donna

dipinto, 1909 - 1909

“Saluto all’aurora […] è un quadro riuscitissimo di un nudo perfetto – Raffigura una giovane esuberante di vita che allarga le braccia, rivolta all’aurora, estasiata al fascino dei primi albori. È un soggetto bellissimo: è la giovinezza che saluta il dì nascente sotto il fascino della ridestante natura”. Così Sprangas, nel settembre del 1909, descrive in un suo articolo "Saluto all’aurora", opera probabilmente ammirata durante una visita allo studio del pittore rosetano. Il dipinto, pur ricordando la sua formazione giovanile presso la scuola libera di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, s’inserisce appieno nella produzione novecentesca legata alla rappresentazione delle marine, soggetto prediletto della maturità artistica di Pasquale Celommi. L’artista, giocando abilmente con l’accostamento dei colori, riesce a restituire la naturale atmosfera luminosa e cristallina dell’alba, in cui le ombre si fondono con i riflessi creati dal sole. La spinta realistica e la cura del dettaglio, inoltre, si evincono dalla modulazione della superficie pittorica, infatti, se la trasparenza dell’acqua viene resa da leggere velature cromatiche, la granulosità del bagnasciuga è restituita da una stesura materica e pastosa del colore

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