Madonna con Bambino
Su una base ottagonale è posto il gruppo scultoreo della Madonna in trono con Bambino benedicente, soggetto afferente alla tipologia della "Madonna Theotokos". L'inclinazione a sinistra della Vergine ricorda i ritmi gotici di Madonne d'oltralpe e risulta prima suggerito poi enfatizzato dal movimento delle ginocchia, disposte a bilanciare la spinta del busto di Maria e al contempo funzionali a sostenere il peso del corpo del Bambino. Dalla corona dorata della Vergine scendono morbidi e fluenti capelli biondi che si armonizzano con il velo dorato il quale, ricadendo morbido sulle spalle, segna una linea continua con il mantello bordato di un intenso blu. Lo scostarsi del manto sotto l'azione del braccio intento ad avvolgere il Bambino, mette un ulteriore accento alla curvatura squisitamente caratterizzante il gruppo scultoreo. Al di sotto del manto si scorge una veste rosa decorata a ramages con bordi e cintola a losanghe. La veste del Bambino, di sapore classicheggiante, è azzurra, ornata a fiori dorati. La "Madonna Theotokos" è considerata inscindibile dal Bambino, talvolta lo mostra al fedele come "Imperatore benedicente", talvolta lo allatta. La stretta relazione con il Bambino dipende dalla relazione teologico-dogmatica ufficiale sancita dai Concili di Efeso (431) e Calcedonia
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Maestro Della Madonna Di San Silvestro (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
- LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
- INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo in esame è una delle sculture più note del Trecento abruzzese. E' menzionata dalle guide dell'Aquila (Leosini, 1848; Bonanni, 1874; Bonafede, 1888) nella chiesa di San Silvestro, presso cui è ricordato anche dall'Inventario del 1934, che fa riferimento ad un'edicola del XVI secolo in cui era tradizionalmente custodita. Esposto alla mostra di Chieti nel 1905 come opera del XIII secolo, è riferito dal Balzano (1910) al XIV secolo; Già la Gradara (1921) la collega alla Madonna con Bambino di Fossa, di cui la ritiene una derivazione e il Serra (1929) la data alla fine del XIV o all'inizio del XV secolo. Il Mariani (1930) ne sottolinea la qualità connettendola alla Madonna di Scurcola Marsicana. Questo riferimento è ripreso dalla Gabbrielli (1933; Inventario, 1934) che per prima avanza l'ipotesi di una provenienza napoletana della scultura e la riferisce ad artista toscano della cerchia di Tino di Camaino. Il Carli (1941) condivide l'ipotesi di una derivazione tosco/napoletana, datandola alla metà del Trecento. Da Toesca (1950) la scultura viene di nuovo accostata alla Madonna di Fossa e ritenuta "senz'altro la più bella delle sculture in legno di cui si onori l'arte abruzzese del Trecento". Un inquadramento di più ampio respiro viene proposto sempre dal Carli (1960) il quale fa notare come la frontalità del busto sia armonizzato perfettamente con la sua essenza compositiva di carattere marcatamente gotico. Lo studioso, pur ribadendo che nella Madonna di San Silvestro, di Scurcola Marsicana e Fossa "l'elemento gotico si rappresenta come una diretta conseguenza dei rapporti con il raffinato ambiente della Napoli angioina", aveva notato che "non è sempre molto facile distinguervi quanto vi si debba a modelli francesi ed alla divulgazione dei modi di Tino di Camaino da eventuali echi della corrente orvietana". Certamente la Madonna, con i suoi ritmi eleganti, calligrafici e sinuosi, si inserisce in un articolato filone di altre opere lignee imparentate tra loro per analogie formali e stilistiche, comprendenti, come la critica d'arte ha in più riprese lasciato emergere, la Madonna di Scurcola Marsicana,la Madonna di Fossa, una Madonna in collezione privata fiorentina e la Madonna del duomo di Spoleto, ritenuta quasi unanimemente il modello capofila della sequenza. La Madonna aquilana di San Silvestro esprime pienamente i modi di quella cultura gotica frutto di una colta e decisa caratterizzazione estetica angioina, cui unisce il delicato sfumato naturalistico espresso nel gesto materno della Madonna di sorreggere il Bambino, avvolgendolo con la mano. Il Previtali ricordava come il rapporto con Napoli, intuito anche da Bologna e Causa (1983) rientrasse in maniera indipendente anche nelle ricerche di Lehmann-Brockhaus. Probabile argomentazione è rappresentata dalla conoscenza della "Vergine puerpera" proveniente da Santa Chiara, oggi nel Museo Nazionale di San Martino, la quale mostra stringenti legami con la "Santa Caterina" proveniente dalla collezione Rivera e divenuta cardine delle raccolte del Museo Nazionale d'Abruzzo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300026819
- NUMERO D'INVENTARIO 54
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0