Santuario di San Giovanni Paolo II

Sacerdoti Diocesani, XVI

La chiesa di San Pietro, situata nel borgo San Pietro della Ienca, è il primo Santuario dedicato a San Giovanni Paolo II. Il titolo di Santuario Diocesano le viene conferito ufficialmente il 18 maggio 2011 da mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo Metropolita dell'Aquila. Quell’eremo di montagna fu notato e visitato proprio da papa Wojtyła quando dal Vaticano, senza alcun preavviso, si recava al Gran Sasso per sciare o per ammirare la bellezza di panorami alpestri e di vette svettanti nel cielo. È stato proprio lui, con il suo spirito ascetico, a conferire carattere di profonda sacralità a quell’antica chiesa medievale dove si recavano i pastori a pregare. Scrive il Cardinale Stanisław Dziwisz, l’allora segretario di Wojtyła: “Una mattina Giovanni Paolo II, recandosi a sciare sul Gran Sasso, sulle piste di Campo Imperatore, rimase bloccato, insieme alla sua scorta, da una grande bufera di neve, che lo costrinse a tornare indietro. Fu allora, mentre percorreva la strada provinciale del Vasto (area di un antico borgo a circa tre chilometri dalla chiesa di San Pietro della Jenca, ndr), che papa Wojtyła scorse da lontano la chiesetta di pietra e quelle piccole case sparse e bianche di neve, come tante pecorelle intorno al loro pastore”. Incuriosito, volle avvicinarsi a visitare quel borgo abbandonato. Da allora, quel paesino divenne il luogo dove il papa poteva godere di quella tranquillità che lo avvicinava a Dio. Fu lì che per diverse volte si intrattenne in gran segreto fino al 1995, quando tutto il mondo venne a sapere della sua presenza in quel luogo sperduto, dove Giovanni Paolo II si ritirò qualche giorno dopo aver superato il malore che lo colse in Vaticano il giorno di Natale. Tutti i media di quei giorni si sbizzarrirono nel descrivere quell’improvviso malore. La Rai fece questa comunicazione che lasciò il mondo col fiato sospeso: “Il papa ha interrotto la benedizione urbi et orbi da piazza San Pietro. La febbre non gli ha concesso di terminare il suo augurio natalizio: Scusate devo interrompere, vi benedico – ha detto. Poco prima un sospiro e un lamento”. “Ma ad appena quattro giorni da quell’annuncio choc – scrive Repubblica del 31 dicembre 1995 - Karol Wojtyła trascorre un pomeriggio intero sul Gran Sasso, tra i monti d’Abruzzo, in un eremo, accompagnato da pochi intimi e protetto da un imponente apparato di agenti. La sosta si sarebbe protratta per tre ore, trascorse da Wojtyła in passeggiate lungo i sentieri dei dintorni e una visita all’eremo di San Pietro, appartenente alla parrocchia di Camarda” (www.ecosangabriele.com/san-giovanni-paolo-ii-sul-gran-sasso)

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