allegoria della Vittoria

monumento ai caduti, 1925 - 1925

zoccolo composto da quattro gradini, sull'ultimo sul fronte iscrizione, sopra si erge la statua in bronzo riproducente un fante, dietro ad esso cippo in travertino su cui poggia, arretrata rispetto a questo, la statua in travertino con la personificazione della Vittoria. Sullo sfondo un muro in tufo con lapide in marmo con cornice. Il monumento è circondato da un'inferriata di base trapezoidale sostenuta da due pilastri con finitura superiore a scaglia e nel corpo fascio littorio (oggi scalpellato). Nell'inferriata 6 scudi in bronzo con targa con iscrizione (SPQHO) trafitta da un gladio

  • OGGETTO monumento ai caduti
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    Marmo
    TUFO
  • ATTRIBUZIONI Calori Guido (1885/ 1960): scultore
  • LOCALIZZAZIONE palazzo privato
  • INDIRIZZO Via Giacomo Matteotti, 20, Orte (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1919 gli ex combattenti e reduci di guerra costituirono un "Comitato ortano per le onoranze ai caduti gloriosamente per la Patria". In effetti la città diede un contributo di sangue molto alto: ben 105 ortani morirono in guerra. Ma nel 1920 ancora non aveva realizzato niente. Anzi, in occasione della distribuzione dei diplomi d'onore, delle croci di guerra e dei brevetti e medaglie di gratitudini per le madri di guerra, il 6 luglio 1920, ci si accorse che il clima in città, una roccaforte della sinistra più belligerante, era piuttosto avverso a tali commemorazioni. Il progetto fu, quindi, abbandonato. Il comitato si sciolse per rifondarsi nel 1923 con l'avvento del fascismo. Era costituito per intero da ex combattenti e vi faceva parte anche l'illustre concittadino Fausto Salvatori, assurto alla gloria nazionale anche in virtù del suo spirito patriottico. Grazie al suo prestigio, il comitato gli diede il compito di scegliere lo scultore a cui affidare l'erezione del monumento. Nel novembre di quell'anno egli inviò a Orte lo scultore Guido Calori con cui aveva studiato e progettato il monumento di cui egli stesso comporrà l'epigrafe. Nel gennaio 1924 il bozzetto venne esposto al pubblico. Secondo il cronista del settimanale "Il Lazio" (20 gennaio), rappresentava "una vigorosa figura di combattente in atto di lanciare una bomba a mano e la vittoria romana, come quella recentemente trovata negli scavi di Ostia". Lo scrivente ne era entusiasta e prevedeva che sarebbe divenuto uno dei più belli della provincia romana. Ma ugualmente entusiasta si dimostrò, siamo in pieno dibattito sulla "monumentomania", dell'affidamento diretto dell'opera, senza concorso pubblico o lungaggini di altro genere. Ciò non toglie che il bozzetto da lui descritto subì un notevole cambiamento: il posto del soldato combattente fu preso dal soldato vigilante. Probabilmente lo stesso articolista redasse il 23 agosto 1925 il pezzo sull'imminente inaugurazione del 31 agosto, in cui diede preziose indicazioni sul monumento e, al tempo stesso, sulla strumentalizzazione di esso a fini politici. Secondo questi "il monumento …, [che] sorge all'ingresso della città, rappresenta il fante romano che sta a custode della vittoria latina, appoggiata sul clipeo, dopo le gesta gloriose delle armi italiane". E fin qui la chiara e significante descrizione simbolica, da ora in avanti quella politica: "La città di Orte con austera dignità e con amorosa cura si appresta ad esaltare la gloria e l'eroismo dei suoi figli migliori, che col loro sangue versato sui campi di battaglia hanno non solo salvato e resa grande l'Italia, ma hanno anche rigenerato la loro città, poiché il loro eroico sacrificio è stato di sprone e eccitamento ai loro concittadini per abbattere al soffio rigeneratore della giovinezza d'Italia, questa rocca del sovversivismo". Qualche anno dopo fu posta la cancellata in ferro battuto con l'orgogliosa targa "SPQHO", ovvero Senato e Popolo Ortano, trafitta da un gladio che fu poi donata alla patria quando questa lo richiese (1941) e quindi ripristinata. Il Monumento nel suo insieme ha un carattere preciso e una potenza di impaginazione e forza espressiva notevole. Le fattezze realistiche del fante, infatti, contrastano con l'immobilità monolitica della Vittoria alata, che si veste, per l'occasione, degli attributi della dea guerriera Minerva, il cimiero e lo scudo con la testa di Medusa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1209845614
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • ISCRIZIONI muro dietro il monumento - GLORIA A' TVOI MORTI IN ARME IN DIO RISORTI E PER LA PATRIA ORTE MADRE DI EROI - Salvatori Fausto - capitale - a solchi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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