altare - bottega laziale (sec. XIII)

altare, 1200 - 1299

Frammenti marmorei di vario genere a decorazione cosmatesca, che simulano, nella disposizione d'insieme, un altare. Al centro un'aquila con l'iscrizione

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Laziale
  • LOCALIZZAZIONE Alatri (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tipolologia dei frammenti musivi conservati nella cappella, la presenza di due colonnine su leoni stilofori e il rilievo con Giona ed il pistrice, consentono di affermare che questi pezzi costituivano l'ambone cui fa riferimento il De Pereiis (1884, p. 425). Un'iscrizione ora persa, ma riportata dallo studioso, permette di conoscere l'anno in cui forse fu costruito l'ambone ( "CIDCCXXII") e le sue successive vicende. Si ignorano infatti le modifiche apportate dal vescovo Ignazio Danti nel 1584, poiché a metà circa del XVIII secol l'ambone fu smembrato e lasciato in stato di abbandono; solo nel 1881, il vescovo Sancini fece murare i pezzi superstiti ai lati del Battistero, dove tuttora si trovano. Analizzando i frammenti rimasti si può ricostruire l'ambone: lastre e lesene rivestivano la cassa del pulpito, recinta da una cornice marmorea, di cui rimangono alcuni frammenti originari; impostate su archivolti, di cui si conserva un unico frammento, quattro colonnine, di cui due su leoni stilofori, reggevano la cassa, mentre delle due posteriori ne sopravvive soltanto una priva però del basamento; una breve rampa di scale, delimitata lateralemnte da una balaustra cui è riferibile la lastra con Giona e il pistrice, permetteva l'accesso al pulpito. Secondo il Bertaux (1904, pp. 441-442) questa tipologia fu caratteristica tra XII e XIII secolo della Campania e in genere delle regioni meridionali. Inoltre anche la tipologia della decorazione, come suggerisce Matthiae (1952), indica un gusto privo del rigore classico dei Cosmati e più prossimo al rigore dei marmorai campani. Altri amboni del Lazio meridionale, quali quello di Terracina e di Fredi Minturno, mostrano per forma e decorazione evidenti infiltrazioni campane: a giudizio di Betaux e Matthiae, gli elementi di gusto islamico consentono per essi un riferimento alla maniera siculo campana della maestranza attiva a Sessa Aurunca nella prima metà del XIII secolo. L'ambone di Alatri, nonostante la diversa datazione ed il tono più modesto della composizione e delle decorazioni, testimonia comunque come già agli inizi del XIII secolo motivi del repertorio campano erano permetai nel Lazio meridionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200094238
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1200 - 1299

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE