Madonna con Bambino in trono e una santa

dipinto, 1400 - 1499

Madonna in trono inserita in una edicola; a destra su uno sfondo di cielo aperto è posta una santa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Madonna Di Alvito (notizie Ultimo Quarto Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Alatri (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco è attribuito dal Maltese (Arte nel Frusinate dal secolo XII al XIX, Frosinone 1961, p. 31) al "Maestro della Madonna di Alvito", artista a cui per affinità stilistiche vengono riferiti anche la lunetta del cimitero di Alvito, gli affreschi della cappella della Sanità e il trittico del convento delle Calvariane ad Alatri, quali testimonianze successive della maturazione nel tempo di una stessa personalità. Riguard alla formazione del Maestro, il Maltese affermò genericamente che l'artista dovette risentire di esemplari tardo-gotici abruzzesi e campani (non esclusi i cosiddetti polittici crivelleschi del Museo dell'Aquila) pur essendo provvisto di una sensibilità più vigorosa per volumi e colori. L'assonanza tipologica con le opere di Girolamo di Giovanni induce poi lo studioso a ritenere la sua attività non anteriore all'ultimo quarto del XV secolo. Riprendendo successivamente il problema, il Maltese (Il Maestro della Madonna di Alvito, Bollettino d'arte, 1963, p. 241) pone come matrice pricinpale della cultura del Maestro Benozzo Gozzoli e l'arte umbra, pur notando che il repertorio del pittore di Alvito appare più vario: infatti le edicole tardo gotiche su cui sono inserite la sue figure rimandano alla tradizione gotica meridionale di ascendenza aspanica: le incorniciature ad archi regolari fanno pensare ad una buona educazione rinascimentale; infine i colori e il senso atmosferico denunciano una conoscenza di Domenico Veneziano, mentre le tipologie facciali riportano all'ambiente veneto marchigiano (es. S. Giovanni Battista,Loreto, Palazzo Apostolico; S. Francesco, Milano, Pinacoteca Ambrosiana) di Giovanni Angelo di Antonio. Poiché le opere dell'ambiente marchigiano sono da collocare tra il 1450 e il 1480 e quelle di Giovanni Angelo di Antonio non vanno oltre il 1460, la formazione culturale di questo Maestro va fatta risalire per il Maltese agli anni intorno al 1460. Il frammento, originariamente situato sull'ala destra della cantoria, all'altezza dell'impiancito, era soggetto ad abrasioni e coperto di polvere. Fu distaccato e ripulito nel 1961 da A. Crucianelli e collocato nell'attuale posizione (cfr. Mostra di opere restaurate a cura della Soprintendenza alle Gallerie del Lazio, Palazzo della Provincia, Frosinone, 1961, cat. n. 24)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200094029
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1972
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1975
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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