decorazione pittorica - ambito marchigiano (secondo quarto XX)

decorazione pittorica, 1925 - ca 1930

decorazione a tempera su intonaco. La volta si presenta come una semplice volta a botte unghiata, decorata da stelle, mentre al centro troviamo una serie di 4 simboli entro cornici decorate: dalla contro facciata si susseguono la croce con il simbolo dell’omega, il pesce, la croce uncinata e infine la colomba eucaristica. Le unghie sono evidenziare da fasce decorate con motivi geometrici e intrecci vegetali e definiscono una serie di lunette, al’interno delle quali alcuni tondi ospitano i simboli degli evangelisti. Anche le pareti della chiesa si presentano piuttosto semplici: nella parte inferiore abbiamo una fascia non decorata sopra la quale si presenta una quadratura che, nei punti di congiunzione, presenta motivi geometrici e tondi con la scritta a pennello IHS; nella parte più alta si susseguono alcune fasce decorate con motivi vegetali e motivi geometrici. Sotto le fasce decorate a pennello si trova una sequenza di archetti ciechi all’interno dei quali si trovano tondi che ospitano in modo alternato la croce, il pesce e una stella a sei punte . Sull’intera decorazione domina il color albicocca che funge da elemento di raccordo

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Bernardino
  • INDIRIZZO Via dei Cappuccini, 2, Amandola (FM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione si sviluppa entro l’unica navata della chiesa, che, in accordo con il principio di povertà a cui i frati cappuccini erano molto legati, si presenta priva di qualsiasi elemento esornativo. Essa è stata decorata nella prima metà del Novecento durante un intervento unitario che ha interessato il corpo longitudinale della chiesa, l’area presbiteriale e quella absidale. Allo stesso intervento può essere ricondotta la decorazione delle cappelle laterali che si presentano disomogenee rispetto alla restante decorazione, in quanto concepite in modo specifico per tali ambienti. Questa diversità trova riscontro in una differente esecuzione, che farebbe ipotizzare una mano diversa e quindi la cooperazione di più artisti. Secondo una tradizione non corroborata da fonti documentarie, ma ampliamente accolta, l’articolata decorazione che investe tutta la chiesa di San Bernardino in Amandola, l’area del coro e le cappelle laterali, sarebbe stata eseguita tra 1925 e 1930 dal frate cappuccino Arturo Cicchi di Monterado (AN). Purtroppo pochissime informazioni si conservano di questo artista che fu attivo nella prima metà del Novecento. Fu allievo di Augusto Mussini (Reggio Emilia 1870-Roma 1918), il quale entrò come terziario nel 1903 nel convento cappuccino di Ascoli prendendo il nome di fra’Paolo. Molto attivo in Emilia, nelle Marche, in Toscana e a Roma, , ispirandosi a varie correnti, dallo stile floreale dei preraffaelliti con richiami al liberty e al divisionismo, fino alle suggestioni simboliste, Mussini ebbe una grandissima influenza sugli artisti locali marchigiani, scuotendo l’arte sacra che fino a quel momento era stata cristallizzata in schemi accademici e puristi, introducendo lo schema divisionista in ambito religioso e scatenando fortissime polemiche. Durante la sua attività in particolare ad Ascoli (1903-09) e a Quintodecimo avviò alla pittura schiere di artisti come Didimo Nardini, Giuseppe Poli, Guglielmo Cantalamessa, e il citato Arturo Cicchi. In particolare quest’ultimo collaborò con il Mussini alla decorazione della chiesa di Santa Maria delle Piane di Quintodecimo (Acquasanta Terme, AP) tra 1910 e 1913, insieme agli altri allievi, con un complesso ciclo biblico, caratterizzato da figure angeliche preraffaellesche e decorazioni floreali liberty, raffigurante episodi della Storia del Genere umano, la crocifissione e due trittici per gli altari laterali; l’Annunciazione rivela invece una totale adesione alla tecnica divisionista in cui le forme i i volumi vengono smaterializzati dagli effetti di luce. Certamente Arturo Cicchi fu molto influenzato dallo stile del Mussini. La decorazione della chiesa di Amandola ricorda nell’impostazione generale quella di Santa Maria delle Piane a Quintodecimo nelle scelte cromatiche, nella predilezione per l’uso di elementi simbolici che spesso alludono al primo cristianesimo entro tondi o riquadri (a Quintodecimo lungo le pareti, mentre ad Amandola ricorrono lungo la decorazione della volta e del coro), nella ricorrenza di finte modanature che corrono lungo la parte alta delle pareti (in Amandola si tratta di archetti ciechi) e di ricchi fregi con motivi vegetali e geometrici, ma anche la commistione tra elementi geometrici e naturalistici, che alludono chiaramente allo stile liberty. Alla luce di ciò possiamo ipotizzare che Arturo Cicchi abbia avuto un ruolo di rilievo nella impostazione generale della decorazione della chiesa di San Bernardino, servendosi di altri collaboratori. Arturo Cicchi realizzò le sue opera più importanti nella chiesa di santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca di Monteprandone (AP), dove si conservano: la vetrata della porta di ingresso del santuario della raffigurante gli apostoli Giacomo e Filippo; la decorazione a tempera della cappella di san Giacomo della Marca in cui frate Arturo ha dipinto gli angeli che reggono il cartiglio con le strofe dell’inno latino in onore del Santo, le vetrate e gli otto medaglioni alla base della piccola cupola che illustrano simbolicamente le virtù del Santo; la cappella della Madonna delle Grazie in cui si trovano le pitture a tempera raffiguranti vari episodi della vita di Maria tra i quali l’Annuncio dell’angelo a Maria, la visita di Maria a S. Elisabetta, del tutto affini a quelli che troviamo nella cappella della Madonna di Lourdes della chiesa di San Bernardino in Amandola. Ad Arturo Cicchi sono attribuiti inoltre la Madonna di Loreto, Profeti e angeli, la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta e la Circoncisione nella chiesa di Santa Maria della Pace a Sassoferrato (AN), due vetrate nella chiesa di S. Antonio da Padova a Falconara Marittima (AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264401-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI parete sinistra, sotto la lunetta, entro un cartiglio - S. MARCUS - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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