San Vittore e Santa Corona

dipinto 1700-1799

Personaggi: San Vittore; Santa Corona. Figure: carnefice; angeli. Allegorie-simboli: Colomba dello Spirito Santo. Abbigliamento. Attributi: (San Vittore) abito da guerriero. Figure femminili

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
  • LOCALIZZAZIONE Osimo (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE San Vittore è il patrono della città di Osimo; Santa Corona non ha titoli speciali verso la città. Gli atti antichi (sec. XV) riportanto che abbia assistito al martirio di San Vittore e l'avesse confortato meritando pertanto agli occhi del carnefice, un martirio altrettanto speciale. In un manoscritto di G. Dittaiuti esistente presso l'Archivio Guarnieri di Osimo (1667), si legge che il dipinto è opera di Francesco Albani (1578-1660). La notizia, fornita da P. Cantori (1975/76), condivisibile per quanto riguarda la contemporaneità dei due personaggi, non è convincente. Non che l'Albani non abbia potuto eseguire una tela di analogo soggetto, anche perché una lettera di Berlingero Gessi, procuratore dell'Albani e diretta al conte Cesare Leopardi, conferma che il pittore lavorara per conto del card. Girolamo Verospi, vescovo di Osimo (1642-1652) a una o più tele (Grillantini, 1957, 422, n. 43), ma non è con questa che si possono identificare, in quanto non vi si riscontra quel classicismo dell'Albani, per di più il colore è qui molto più denso. C. Grillantini definendo il quadro "Santa Tecla e San Vittore" e assegnadolo all'Albani nella prima edizione della sua Storia di Osimo (1957, 390) aggiungeva in questa e nella seconda edizione (1968, 422) che la tela donata dal card. Verospi sarebbe stata fatta completare o restaurare dal card. Spada, vescovo di Osimo dal 1714 al 1724. La ragione di ciò è nello stemma cardinalizio in basso a sinistra riferibile al card. Spada. Lo stesso Grillantini nel "Duomo di Osimo" (1978) rettifica il titolo del quadro e chiama la santa non più Tecla, ma Corona. Fa inoltre notare che la sigla da lui interpretata GLD e che figura in basso a destra appare anche su quattro grandi tele, ora in Duomo, che rappresentano i quattro santi osimani: Leopardo, Benvenuto, Vitaliano, Silvestro e ne deduce che, essendo queste ultime commissionate dal card. Spada, la tela di San Vittore e Santa Corona dovrebbe essere stata o restaurata o completata nello stesso periodo. Ritiene infatti improbabile che il pittore, sicuramente del sec. XVIII, dei quattro santi sia lo stesso che ha eseguito il quadro del Battistero di mano apparentemente secentesca. Nel 1968 il Laudi attribuiva il quadro del Battistero a Giulio Lazzarelli di Sanseverino (1697-1677) e la stessa attribuzione compare nel Dizionario Bolaffi (1974). L'ipotesi non sembra azzardata se si pensa che il Lazzarelli "Se pur operoso già oltre la metà del secolo pare tuttavia rifarsi alle opere fabrianesi dei Gentileschi" (E. Emiliani, Orazio Gentileschi: nuove proposte per il viaggio marchigiani, Paragone 1958, n. 103, n. 11, p. 57). Infine Luciano Arcangeli (Catalogo mostra d'opere d'arte restaurate, 1980), scorgendo in questa pala ricordi manieristici e desunzioni gentileschiane ha avanzato l'attribuzione a Orazio Gentileschi, collocandolo negli anni in cui questi esgeue la pala di Serrungarina (intorno al 1615). Se si conidera buona la committenza di Verospi, escludendo però l'Albani, di cui riferisce Grillantini, l'opera dovrebbe risalire agli anni 1642-1652, cioè agli ultimi anni di vita di Guerrieri, in cui si realizza l'incontro tra il manierismo, forse toscano (Arcangeli) e il classicismo emiliano, in mezzo ai ricordi di quella stagione romana tanto vivida e irripetibile (Emiliani, 1958). L'attribuzione al Lazzarelli si basa solamente sulla sigla GLS, ma resterbbe di spiegare la presenza dello stemma del card. Spada. Anzichè all'idea di un completamento o di un restauro, si rtiene il dipinto opera di un pittore del 700, attento agli echi del classicismo emiliano e anello di congiunzione tra quello e la reazione neoclassica al barocco, reazione che prende avvio dalla grande stagione secentesca bolognese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100251004
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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