croce stazionale - bottega senese (sec. XIV)

croce stazionale,

Croce stazionale con largo piede esagonale su sono raffigurati Sant'Antonio da Padova, Madonna con Bambino, San Paolo e San Pietro, ed è sostenuta da un fusto a sezione quadrangolare, sulle cui facce compaiono le armi degli Angiò di Napoli e uno stemma inquartato contenente le insegne angioine e quelle vescovili della mitra e del bastone, comprendente un nodo a tempietto gotico. Altri smalti sono sul recto nei terminali dei bracci e raffigurano San Giovanni Battista, l'Addolorata, San Giovanni Evangelista e la figura genuflessa di un vescovo orante da identificare con il committente dell'opera. Undici piccoli uccelli smaltati decorano i bracci della croce, che nella parte superiore di quello lungo reca il disegno del tronco non piallato sormontato da un cartiglio con iscrizione. Sul verso compaiono, nei bracci, quattordici uccelli a smalto; all'incrocio dei bracci, in una formella polilobata, è rappresentato il pellicano in atto di squarciarsi il petto per nutrire i suoi piccoli; alle

  • OGGETTO croce stazionale
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ incisione/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Senese
  • LOCALIZZAZIONE Santa Vittoria in Matenano (AP)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ricordata dal Serra (1934), la croce veniva catalogata nell'Inventario del 1936 come opera d'arte abruzzese del sec. XV con influenze nordiche.Si deve al Toesca (1951) il merito di averla ricondotta in ambito senese sottolineandone contemporaneamente, per la qualità dei gigli ivi rappresentati, i rapporti con gli Angiò di Napoli. L'origine senese è stata confermata dal Fucinese (1968), che scorge nelle sembianze del Cristo ricordi dei crocifissi del Maitani, e dal Bologna (1973) che tuttavia la ritiene eseguita direttamente a Napoli. Recente è l'intervento di P. Leone de Castris (1980), il quale riscontra nella croce astile di S. Vittoria in Matenano vari elementi stilistici da poter riferire agli orafi senesi Tondino di Guerrino ed Andrea Riguardi, che tra il 1317 ed il 1320 firmarono un calice del British Museum di Londra. Circa il committente, rappresentato ai piedi del crocifisso con mitra e pastorale, ed indicato dalla segnatura in caratteri gotici, propone l'identificazione con Fra' Guglielmo da Solone, minore francescano, consigliere di Roberto d'Angiò, vescovo di Pozzuoli (1317) e poi di Aversa (1324), morto nel 1326, legato alla chiesa e al convento di S. Lorenz di Napoli. Con tale proposta egli intende giustificare la presenza dei gigli dello stemma angioino, e la figura di San Lorenzo, messa in alto al posto d'onore; mentre la figura di San Ludovico di Tolosa , canonizzato nel 1317, costituisce il termine post quem per la datazione, che viene indicata intorno al 1320. La Damiani (1982), nella scheda per il catalogo della Mostra "Il Gotico a Siena", scrive: "Qualche difficoltà troviamo a connettere direttamente questi smalti con quelli del calice di Londra... poiché ci sembra che la loro fonte culturale vada ricercata quasi senza mediazioni nella produzione del caposcuola degli orafi senesi, Guccio di Mannaia, in special modo quale egli si propone nella Croce del Bargello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100243267
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • ISCRIZIONI ai piedi della croce, sotto la figura del vescovo - F.RIS GUGLIS DEI GRATIA ARC - caratteri gotici - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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