decapitazione di Santa Dorotea e invio della frutta dal Cielo

dipinto, ca 1630 - ca 1630

Dipinto su tela con struttura di sostegno di forma rettangolare e cornice non originale composta da listelli di legno scuro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Fabrizi Anton Maria (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto raffigura la giovane Dorotea, originaria di Cesarea in Cappadocia, nel momento in cui, poco prima del martirio, le appare un angelo recante tre mele e tre rose da mandare a Teofilo, uno scolastico che, schernendola, le aveva chiesto di madarle mele e rose dal Paradiso. Dopo aver ricevuto i doni dell'angelo, Teofilo si convertì al cristianesimo( cfr. Bibliotheca Sanctorum, Roma, 1964, IV, coll.820-826). L'opera è da considerarsi pendant del dipinto raff. "i Santi Cecilia e Valeriano" (v. scheda 00078331 ) in quanto entrambi presentano le stesse misure ed identità di mano. La prima segnalazione delle due opere si trova nel manoscritto del Baglioni ( Registro della chiesa e Sacrestia di San Domenico di Perugia..., c. 14) che nella cappella degli Apostoli ricorda "... li dui quadri ad oglio nelle muraglie con ornamento di stucchi uno di quali rappresenta Santa Cecilia l 'altro il Martirio di Santa Dorotea sono di Antonio maria Fabrizi...". Nella periegetica sono citati per la prima volta da Morelli, già con l'attribuzione a Fabrizi (1683, p. 63) che li ricorda collocati nella cappella del Rosario (oggi di Benedetto XI) insieme agli affreschi eseguiti dal suddetto artefice. Anche Orsini li vede nella medesima collocazione, ricordandon e Fabrizi quale autore ( 1784,p.61). Siepi ripropone le stesse notizie, avanzando anche l'ipotesi che la committente sia da individuarsi in Cecilia Angeletti, moglie di Giacomo Consolelli, la quale, come ricordato da una lapide posta nel pilastro d'accesso alla cappella, nel 1634 lasciò al conve nto ventimila scudi "... questa pia donna devotissima del Rosario, avea già vivente spesi scudi quattromila per abbellire la prossima cappella dedicata a Maria SS. ma..." ( 1832, p.505). Non sono citati né da Guardabassi(1 872) né da Gigliarelli (1908) né da Briganti e Magnini (1931 ). Santi li ricorda ancora nello stesso luogo (1950, p.87). La nuova collocazione dei due dipinti si deve quasi certamente ai lavori effettuati nel 1959 dalla Soprintendenza ai Monumenti, che previdero il ripristino dell' altare trecentesco nella cappella di Benedetto XI ( già del Rosario) precedentemente collocato sopra la porta d'accesso alla sagrestia, così come il monumento a Guglielmo Pontano, ricollocato nell'ambulacro dell'ingresso laterale (Gurrieri, 1959, p.41-42); al loro posto, sopra le due porte del braccio sinistro del transetto, previa muratura delle nicchie, furono collocate le tele
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000078341
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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