putto
lunetta,
1516 - 1524
Sanmicheli Michele (attribuito)
1484-1485/ 1559
Il putto viene raffigurato semidisteso sul fianco sinistro; poggia il braccio sinistro su una clessidra e due libri, con l'altra mano sorregge una fiaccola accesa, attorno alla quale vi è un nastro che si snoda sullo sfondo (manca la parte terminale del nastro, in alto a destra). Ha la gamba sinistra distesa, mentre l'altra è piegata. Il volto frontale è caratterizzato dagli occhi rivolti verso l'alto e capelli mossi. L'angolo sinistro della lunetta è attraversato da una frattura, che va dalla testa del putto al centro del bordo inferiore; sulla sinistra di quest'ultimo manca una parte della cornice. Il putto è privo di parte dell'attributo sessuale
- OGGETTO lunetta
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MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
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ATTRIBUZIONI
Sanmicheli Michele (attribuito): scultore
- LOCALIZZAZIONE Magazzini dell'Opera del Duomo
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La semilunetta proviene dalla tomba ora smembrata che Sanmicheli costruì per Girolamo Petrucci di Siena nel pavimento del presbiterio di S. Domenico, davanti all'altare maggiore. Egli riceve la commissione il 19 aprile 1516 e viene pagato nel 1524, dopo riprese del lavoro nel 1518 e nel 1520. L'opera è menzionata da Vasari ("....in S. Domenico d' Orvieto fu fatta con suo disegno una bellissima sepoltura, credo per uno dè Petrucci nobile senese..."), ma poi questa sepoltura fu identificata con la cappella funebre tuttora esistente sotto il presbiterio (Gigli, 1723, p. 212; Ronzani e Luciolli, 1862, pp. 11-12; Luzi, 1866, pp. 56-57). La tomba è stata ricostruita graficamente da M. Kahnemann (1961) sulla base di documenti in particolare il contratto da lei ritrovato e dei frammenti superstiti, cioè quattro semilunette e tre lunette conservate al Museo dell'Opera del Duomo e quattordici pezzi di marmo rosso di Prodo trovati a S. Domenico. La tomba aveva forma quadrangolare ad angoli smussati con lunette su tre dei lati rettilinei; nei nove riquadri formati dalle cornici di marmo rosso erano posti al centro un riquadro con croce ed intorno due grate, due lapidi e le quattro semilunette. In tal modo essa aveva la funzione di uno scurolo che metteva in comunicazione, per mezzo delle grate, con il sottostante sepolcreto della famiglia Petrucci. Nell'Inventario generale dell'Opera del Duomo, scritto dall'ing. Carlo Franci nel 1880, vengono ricordati "8 avanzii del sotterraneo della famiglia Petrucci in S. Dom." (c.16, n. 36), mentre nell'inventario del 1933 sono citati "quattro bassorilievi in marmo a forma di mezza lunetta con figura di santi" e "tre lunette in marmo con figure di putti" (p.90, n. 7 e 8). I soggetti rappresentati in questi rilievi sono un'allusione alla "Memento mori" per la presenza di simboli funerari
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000064811
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0