putto

lunetta, 1516 - 1524

Il putto viene raffigurato semidisteso sul fianco sinistro; ha corti capelli ricciuti, volge lo sguardo verso l'alto ed ha la bocca aperta. Con il braccio sinistro si tiene sollevato da terra, mentre con quella destra ripiegata sul petto trattiene un rotolo che occupa la parte sinistra della lunetta con un andamento "ad onde". Il putto ha la gamba sinistra distesa con il piede appoggiato contro la cornice della lunetta e su questa gamba poggia quella destra piegata. Il lato destro della lunetta non è completamente occupato dalla figura e vi rimane uno spazio vuoto. In una fotografia presente nell'articolo di M.Kahnemann Mangione (1961) in questa parte della lunetta è presente un rettangolo privo di decorazione

  • OGGETTO lunetta
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • ATTRIBUZIONI Sanmicheli Michele (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Magazzini dell'Opera del Duomo
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La semilunetta proviene dalla tomba ora smembrata che Sanmicheli costruì per Girolamo Petrucci di Siena nel pavimento del presbiterio di S. Domenico, davanti all'altare maggiore. Egli riceve la commissione il 19 aprile 1516 e viene pagato nel 1524, dopo riprese del lavoro nel 1518 e nel 1520. L'opera è menzionata da Vasari ("....in S. Domenico d' Orvieto fu fatta con suo disegno una bellissima sepoltura, credo per uno dè Petrucci nobile senese..."), ma poi questa sepoltura fu identificata con la cappella funebre tuttora esistente sotto il presbiterio (Gigli, 1723, p. 212; Ronzani e Luciolli, 1862, pp. 11-12; Luzi, 1866, pp. 56-57). La tomba è stata ricostruita graficamente da M. Kahnemann (1961) sulla base di documenti in particolare il contratto da lei ritrovato e dei frammenti superstiti, cioè quattro semilunette e tre lunette conservate al Museo dell'Opera del Duomo e quattordici pezzi di marmo rosso di Prodo trovati a S. Domenico. La tomba aveva forma quadrangolare ad angoli smussati con lunette su tre dei lati rettilinei; nei nove riquadri formati dalle cornici di marmo rosso erano posti al centro un riquadro con croce ed intorno due grate, due lapidi e le quattro semilunette. In tal modo essa aveva la funzione di uno scurolo che metteva in comunicazione, per mezzo delle grate, con il sottostante sepolcreto della famiglia Petrucci. Nell'Inventario generale dell'Opera del Duomo, scritto dall'ing. Carlo Franci nel 1880, vengono ricordati "8 avanzii del sotterraneo della famiglia Petrucci in S. Dom." (c.16, n. 36), mentre nell'inventario del 1933 sono citati "quattro bassorilievi in marmo a forma di mezza lunetta con figura di santi" e "tre lunette in marmo con figure di putti" (p.90, n. 7 e 8). I soggetti rappresentati in questi rilievi sono un'allusione alla "Memento mori" per la presenza di simboli funerari
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000064808
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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