Crocifisso. Cristo crocifisso

crocifisso,

Il Cristo ha il capo reclinato verso sinistra, gli occhi chiusi e l'espressione sofferente; i capelli ondulati sono divisi in due bande ai lati della testa; ha barba corta. Un bianco panneggio, dal bordo decorato, copre il bacino. Sul costato sinistro c'è una ferita aperta; le gambe sono rivolte verso sinistra. La statua è unita alla croce con grossi chiodi. La mano sinistra priva delle ultime falangi di tutte le dita, mentre la mano destra è priva del medio e del pollice. Il piede destro è privo dell'alluce

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA legno di abete
    LEGNO DI NOCE
  • ATTRIBUZIONI Maitani Lorenzo (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria SS. ma Assunta
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura lignea policroma ora collocata all'interno della tribuna dietro l'altare maggiore proviene dalla sacrestia dei chierici. La figura del Cristo è scolpita in un unico pezzo di legno di noce con le braccia incollate imperniate su una croce moderna in abete. L'alta qualità del modellato è evidente nella definizione del costato e del viso dall'espressione sofferente ma serena. L'opera è attribuita a Lorenzo Maitani (Carli, 1947, p. 30), scultore e architetto senese che nel 1308 venne chiamato a Orvieto per rinforzare i muri laterali del transetto con quattro archi rampanti esterni; nel 1310 fu nominato "universalis caputmagister" della Fabrica del Duomo, carica che mantenne fino alla morte (Arch. del Comune di Orvieto, Rif. ad an., c. 67, 16 settembre 1310). Il suo nome è legato al progetto della facciata tricuspidata del Duomo, iniziata sotto la sua direzione con la decorazione musiva , i bassorilievi di facciata e le opere in bronzo (Maestà e i simboli degli Evangelisti). A orvieto si conservano altri due crocifissi lignei attribuiti al Maitani: il più antico sarebbe quello nella chiesa di S. Francesco, seguito da quello nella sagrestia dei canonici del Duomo, mentre quello ora nella tribuna è considerato l'ultimo in ordine di tempo (Carli, 1947, p. 30; Carli, 1951, p. 23). Ma Venturi (1906, IV, p. 232)attribuisce i crocefissi del Duomo a Nicola di Nuto o Nuzzo, uno degli aiuti di Maitanie suo successore come capomaestro, il quale eseguì nel 1339 un'immagine di legno per il coro.Già nell'arte romanica è diffuso nella plastica il tipo iconografico della figura isolata di Cristo sulla croce, avulsa cioè dalla scena della crocifissione. Tra i più antichi e famosi è da porre il Crocifisso detto "il Volto Santo" a Lucca del XII se. con la figura del Cristo vestita da una lunga veste; una diversa iconografia anche esemplata da modelli bizantini rappresenta il Cristo già spirato sulla croce e con il semplice perizoma (Crocifisso dell'arcivescovo Ariberto, Duomo di Milano). Altra tipologia affermatasi in Occidente con prevalenza nei paesi nordici raffigura il Cristo ancora vivente e con gli attributi regali (bronzi e oreficeria di Limoges, crocifissi renani e borgognoni). Con il XIII sec. si diffonde sempre più la nuova iconografia che afferma una concezione più umana e patetica: il Cristo è unito alla croce con tre chiodi, invece che quattro ad aumentare l'evidenza realistica, il busto si contorce, le gambe si piegano e il capo è reclinato completamente sulla spalla destra. Queste caratteristiche si ritrovano nel crocifisso del Maitani, che con quello di Giovanni Pisano del Museo dell'Opera del Duomo di Siena apre agli inizi del Trecento la ricca serie di mirabili crocifissi dell'arte italiana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000060780
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • ISCRIZIONI cartiglio bianco sopra la testa del Cristo - INRI - capitale - a caratteri applicati in oro - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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