S. Caterina d'Alessandria, S. Antonio abate e santo monaco

dipinto,

Gruppo raffigurante tre Santi frontali. Da sinistra: figura maschile frammentaria, con aureola incisa, lunga barba e capelli bianchi. Indossa manto con cappuccio sulle spalle; si vede l’angolo destro superiore di un libro, forse sostenuto dalla figura con la destra, con la sinistra sorregge un bastone di forma singolare. Manca la metà sinistra del volto e il resto della figura. Al centro figura frontale di Santa con corona d’oro con perle e gigli francesi; del viso rimane solo la parte sinistra. Indossa un lungo manto verde con disegni neri vegetali e bordo d’oro con motivo a losanghe. Manto tenuto al collo da cordone nero; sotto ha veste verde a maniche lunghe. Con la destra regge un libro chiuso rosso, con la sinistra. Molte lacune specie nella parte bassa. Ultima figura a destra: Santo frate con chierica, baffi e lunga barba. Lungo manto scuro con cappuccio, con la destra regge un bastone a cui è appeso un campanello; libro chiuso

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Orvietano
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria SS.ma Assunta
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel periodo di tempo dal 1877 al 1891 si distrussero gli altari cinquecenteschi delle cappelline laterali del Duomo, iniziati nel 1557, su disegni del Muziano, del Montelupo, dello Scalza e di molti altri. Vennero così alla luce molti affreschi dovuti, secondo il Perali (op.cit. p. 106/133) ad artisti in gran parte orivietani che da metà XIV° secolo a tutto il XV° dipinsero immagini votive nelle cappelline delle fiancate del Duomo. La Santa potrebbe essere Santa Caterina d’Alessandria, la quale, dopo essere divenuta regina, si convertì al cristianesimo. Il suo attributo caratteristico è la ruota, strumento del suo martirio, intera oppure spezzata. Altri sono la spada e la palma del martirio. A volte regge un libro sul quale si legge: “ Ego me Christo sponsam tradidi”. Può portare in capo una corona che allude al suo sangue regale. S. Antonio Abate, come in questo caso, è spesso raffigurato come vegliardo che reca in mano un campanello e una fiaccola, segni allusivi alla malattia del fuoco di S. Antonio. E’ di solito rappresentato come anziano monaco con barba bianca, vestito con tonaca da frate col cappuccio, in quanto è considerato l’iniziatore del monachesimo. Porta un bastone a forma di “ T ”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000060177
  • NUMERO D'INVENTARIO 12930
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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