rosone, insieme di Andrea di Cione detto Orcagna (attribuito) (sec. XIV)

rosone,

Al centro del rosone vi è il volto di Cristo entro tondo. Attorno ad esso si dispongono a raggiera 22 colonnine (le due poste sull'asse verticale hanno lungo il fusto dei racemi; l'undicesima, a partire dal centro in alto in senso orario, è lavorata a "zig-zag"). Esse sono unite tra loro con archi acuti trilobati, i quali insistono su capitelli posti sulle due estremità delle colonnine. Seguono altre 22 colonnine più grandi, sempre disposte a raggiera e unite ad archi acuti trilobati. Hanno tutte il fusto tortile, che si arricchisce di racemi nella sesta colonnina a partire dal centro in alto in senso orario, è a "spina di pesce" nella decima ed è più scavato nella quindicesima. Infine, vi è un giro di archi acuti, contenenti ciascuno un cerchio e due archetti trilobati; tra questi archi e quelli delle colonnine più esterne sono inseriti dei motivi circolari. Il rosone è circondato da una cornice marmorea ornata con un motivo di foglie stilizzate, con fratture e tarsie mancanti in più punti

  • OGGETTO rosone
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • ATTRIBUZIONI Andrea Di Cione Detto Orcagna (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria Santissima Assunta già Santa Maria della Stella
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rosone venne realizzato quando era capomastro del Duomo il fiorentino Andrea Orcagna e, secondo Perali (1919, p.88), "si riconosce nella struttura dell'occhio l'impronta dell'arte sua". Nel 1354 venne acquistato a Roma il marmo necessario, che dal tempio di Giove fu portato al Tevere spezzato, ma nella forma più grande possibile ("frangetur et reducetur ad maiorem formam quam possit [...] a templo Jovis usque ad portum Tiberis", A.O.D. Orvieto, Mem e Contr., 1356-1364, 1354, 10 settembre). Negli anni successivi (1356, 1358 e 1359) vengono pagati vari conduttori ortani, attiglianesi e bagnoresi per il trasporto del marmo al porto di Attigliano (A.O.D., Cam. 1356, 20 febbraio, 25 agosto; 1358, 28 giugno, 31 agosto, 8, 11, 22 settembre, 12, 27 ottobre, 3, 10 novembre, 2, 24 dicembre; 1359, 15 giugno; Fumi, 1891, pp. 30, 56-66). Nel 1359 vengono pattuiti dei cottimi "per lu lavorio de la finestra" (A.O.D., Mem. e Contr. 1356-64, c. 95, 1359) e un documento del 23 settembre 1370 riporta che "Antonius Bartholonutii de arte petraiolorum et muratorum" si impegna a scolpire le cornici "quas ire debent et poni circum circa fenestram magnam tondam positam in pariete anteriori dicte Ecclesie" (A.O.D., Mem. 1356-81, 1370, 23 settembre). Ancora nel 1379 si lavorano "tabulas marmi pro finestra magna parietis facciate" (A.O.D., Cam. IX, 1379, 22 gennaio) e nel 1380 viene ricordata l'armatura della finestra (A.O.D., Cam. IX; Fumi, 1891, p. 207). A questa data il rosone era dunque certamente terminato, anche se Bonelli (1972, p. 60) ipotizza che l'opera fosse stata conclusa già nel 1360, collocando tra il 1368 e il 1370 la realizzazione della riquadratura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000059882-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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