flagellazione di Cristo

rilievo, ca 1480 - ca 1490

Formella rettangolare in bronzo cesellato

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
  • MISURE Altezza: 56 cm
    Larghezza: 40,5 cm
    Spessore: 1 cm
  • ATTRIBUZIONI Martini Francesco Di Giorgio (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bronzo pervenne nei Musei Civici in seguito alla donazione del conte Demetrio Bourtoulin; nel 1909 passò in Pinacoteca. Il Lupattelli (1909, p. 142) ricorda che nella raccolta perugina erano conservati tre gessi, di cui uno relativo alla Flagellazione; si tratta della formella all'inv. mag. 356. Scartate le attribuzioni a Vincenzo Danti, al Verrocchio, a Leonardo, a Francesco di Simone ed a Bertoldo, attualmente tutta la critica si trova concorde nell'assegnare questo rilievo a Francesco di Giorgio Martini, così come era stato proposto per la prima volta dallo Schubring nel 1907 (p. 186). Un problema ancora aperto resta quello della esatta datazione dell'opera. Alcuni studiosi, tra cui Weller, Pope-Hennessy, Santi e recentemente la Giannatiempo Lopez (1992, pp. 124-125), ritengono possibile una datazione del rilievo tra il 1470 e il 1475, inserendolo in un gruppo di opere realizzate da Francesco di Giorgio durante il soggiorno ad Urbino, quali il bronzo con la Discesa della Croce nella chiesa del Carmine a Venezia, i due modelli in stucco con l'Allegoria della Discordia (un esemplare conservato al Victoria and Albert Museum ed un altro nella collezione Chigi Saracini a Siena) e il bronzo con il Giudizio di Paride a Washington (National Gallery). Una datazione più tarda di almeno un decennio venne proposta per primo da Salmi (1949, pp. 20-21), seguito poi da gran parte della critica successiva, tra cui di recente Fumi (1993, pp. 360-361), che rileva nella Flagellazione di Perugia forti influssi pierfrancescani e citazioni dal coperchio di un sarcofago antico conservato a Cortona (Museo Diocesano), molto probabilmente visto dall'artista senese tra il 1484 e il 1485, quando si recò nella cittadina toscana per i lavori nella chiesa del Calcinaio. Per Dal Bravo (1970, pp. 100-101) la datazione potrebbe oscillare anche oltre i primi anni novanta, per le analogie con opere di Leonardo, conosciuto a Milano nel 1490. Su una datazione intorno agli anni ottanta concorda anche Garibaldi (1994, pp. 226-227), che nota nel rilievo perugino una notevole accentuazione drammatica e una maggiore complessità delle architetture rispetto a quelle della Deposizione. Santi (1985, p. 237) si chiede se tali architetture più che riferirsi ad edifici costruiti, dipinti o disegnati di Francesco di Giorgio, non possano essere considerate il frutto dell'ambiente "intellettualistico-prospettico pierfrancescano-fiorentino, dal quale usciranno poi anche le città ideali (Urbino, Berlino, Baltimora) testimoniato anche dalle prospettive intarsiate nelle porte degli appartamenti di Federico e della Duchessa nel palazzo Ducale di Urbino". Il bronzo risulta acquisito anteriormente al mese di febbraio del 1871. ASP, ASCP. Amministrativo 1871-1953, Delibere di Giunta, anno 1871, n. 157, 1 febbraio 1871 (Delogu, 2022, p. 600): “Venne letta una bella lettera di ringraziamento del Sig. Conte Demetrio Buturlinn in data 30 p.p. mese con cui con parole molto gentili si esprime verso il Municipio per avere assai gradito il suo dono di un bassorilievo del nostro Vincenzo Danti. Si comunichi al Conte Giancarlo Conestabile.” Il fascicolo n. 5 contenuto in ASP, ASCP, Amministrativo 1871-1953, busta 4, "Università", riporta al n. 5 l'indicazione "Dono Bouturlinn". Purtroppo tutto il contenuto del fascicolo è finito qualche decennio fa allo scarto. Dmitrij Petrovié Buturlin, Firenze, 1828 - Montecatini V.C., 1879. Per le vicende della famiglia Bouturline, erede di Sir Francis Joseph Sloane, fondatori e gestori delle miniere di Montecatini Val di Cecina, vedi in particolare, Rosticci, Fabrizio La miniera di Caporciano a Montecatini Val di Cecina, Itinera Edizioni, 2017. La famiglia Bouturline risiedeva a Firenze in palazzo Montauti-Niccolini in Via dei Servi. Del bronzo esistono almeno tre calchi in gesso; oltre quello della Galleria (inv. 2720) altri due sono conservati presso lo Studio Moretti Caselli di Perugia. Uno di essi dovrebbe essere quello fatto realizzare nel 1871 da Gian Carlo Conestabile che lo donò all'Accademia di Belle Arti di Perugia da dove è giunto nel laboratorio di Francesco Moretti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016759
  • NUMERO D'INVENTARIO 746
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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