Presa di Perugia da parte di Totil e decapitazione di Sant'Ercolano
dipinto
ca 1454 - ca 1480
Bonfigli Benedetto (attribuito)
1420 ca./ 1496
Quinta scena del ciclo pittorico
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
-
MISURE
Altezza: 250 cm
Larghezza: 285 cm
-
ATTRIBUZIONI
Bonfigli Benedetto (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Con questa scena inizia la seconda parte della decorazione della cappella. Infatti dopo che il lavoro venne positivamente stimato da Filippo Lippi nel settembre 1461, lo stesso giorno i Priori incaricarono Bonfigli di eseguire la seconda parte di affreschi, quelli con Storie di Sant'Ercolano. E' però assai probabile che Bonfigli vi mettesse mano solo più tardi a causa dei numerosi impegni che nel frattempo aveva assunto, essendo uno dei pittori più importanti della città. L'attribuzione di un disegno raffigurante la presa di Perugia da parte di Totila a Benozzo Gozzoli potrebbe essere spiegata con il fatto che i Priori, non vedendo andare in porto l'impresa, presero contatti con un altro grande maestro, come del resto era stato precisato nella redazione del primo contratto. Bonfigli comunque terminò la scena probabilmente intorno alla fine degli anni Sessanta del XV secolo, come si può dedurre dal suo stile assai simile ad opere di questo periodo, quali l'Adorazione dei Magi del 1466. Qui Bonfigli ripropone "una personale interpretazione della cultura rinascimentale" con l'assieparsi delle figure e con la forte caratterizzazione dei personaggi, che egli mette in campo quando "vuole dare un senso di piena partecipazione all'evento" (Mencarelli, 1996, pp. 82-83). Con queste scene, il cui protagonista è Sant'Ercolano, Bonfigli da dimostrazione di saper rendere scenari urbani con grande minuzia, difficilmente rintracciabile in questi anni in altri artisti locali. La città è co-protagonista insieme alle storie del santo, che "sacrificando la propria vita per la città, ne consente la salvezza e lo sviluppo urbanistico". La narrazione della resistenza del santo guerriero alle forze di Totila nel 547 d.C., si basa sulla “passio” narrata nei Dialoghi di Gregorio Magno, arricchita da particolari eroici tratti dalla tradizione locale, finalizzati alla “enfatizzazione degli aspetti gloriosi della storia cittadina” (Mancini, 1992, p. 95), in uno dei luoghi più simbolici di Perugia. La città, infatti, cade nelle mani del nemico per la delazione di un chierico e non per la fuga dei cittadini, affamati e stremati, come narrato da Gregorio Magno. A sinistra il chierico infedele informa Totila, seduto sulla “sella curulis”, che il bue ripieno di frumento gettato dalle mura della città e squartato in primo piano da tre soldati, è un espediente dei perugini per far credere agli assedianti di essere ancora ben forniti di vettovaglie. Accanto al chierico e il “comes”, il comandante dell’esercito di Totila, che qui fa stringere, in atto di giuramento, la propria stola del delatore e poi decapiterà il santo. A destra, il cadavere del vescovo Ercolano, gettato dalle mura di Perugia, viene ricomposto e seppellito insieme a quello di un bambino da alcuni cittadini. Sullo sfondo, a sinistra, le tende dei Goti, il resto della scena è interamente dominata dalle mura e dalle eccellenze architettoniche della città. Si tratta della più antica e preziosa “fotografia” di Perugia nella seconda metà del Quattrocento, unica testimonianza pervenuta, in particolare, di quel settore urbano raso al suolo nel 1540 per la costruzione della fortezza di Paolo III Farnese. Da sinistra, all’interno delle mura dominate da Porta Marzia prima del rimaneggiamento del Sangallo del 1540, la demolita zona delle case dei Baglioni (Sensi, 1996). Qui, forse, tra torri e palazzi, Santa Maria dei Servi, la chiesa scomparsa della potente signoria occulta. La narrazione urbana, dominata dalla figura di sant’Ercolano in gloria tra gli angeli, prosegue con la descrizione dettagliata e realistica della città contemporanea al Bonfigli, conclusa con la rappresentazione della chiesa di Sant’Ercolano, ancora dotata del piano superiore, poi demolito per “allargare la visione della Rocca Paolina” (Mancini, 1992, p. 95) e la porta omonima, detta anche del Leone. L’affresco è stato posto in relazione con un disegno conservato agli Uffizi (n. 333E, Gabinetto Disegni e Stampe), già riferito al Bonfigli. Oggi è ritenuto, sulla base di un’ipotesi avanzata da Berenson (1932), un saggio di Benozzo Gozzoli - eseguito nel 1452 in occasione della presenza del pittore a Montefalco o nel 1456 quando è a Perugia per la Pala della Sapienza Nuova - per ottenere la commissione degli affreschi della Cappella dei Priori (Mancini, 1992). Non è da escludere la possibilità che possa trattarsi di un bozzetto propedeutico all’affidamento della seconda fase dei lavori all’artista fiorentino (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 437-439 con bibliografia precedente)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016095-5
- NUMERO D'INVENTARIO 38
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0