Penelope. Figura femminile con testa di pellicano seduta su poltrona

dipinto,

Figura femminile con testa di pellicano vista di tre quarti, seduta su poltrona rossa, vestita con abito rosa mentre regge un mazzo di fiori. Alle spalle della figura tendaggio e finestra architravata che apre sul mare e su un cielo con nuvole

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA cartone/ tecnica mista
  • ATTRIBUZIONI De Chirico Alberto Detto Alberto Savinio (1891/ 1952): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Bagno a Ripoli (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, firmata in basso a sinistra, appartiene alla produzione degli anni'40 di Alberto Savinio, ovvero di Andrea de Chirico. L'autore, uno dei maggiori rappresentanti dell'arte italiana del Novecento, insieme al fratello Giorgio frequenta gli ambienti culturali e artistici dell'avanguardia, divenendo amico di Guillaume Apollinaire. Di ritorno da Parigi, nel 1926, entra a far parte del movimento Surrealista conoscendo così altri grandi pittori come, Marx Ernst, Joan Mirò, Renè Magritte ecc., concentrandosi così più alla pittura che alla musica e letteratura, discipline apprese in giovane età. Il suo stile si mantiene sempre molto singolare, tra metafisica e surrealismo, e la sua pittura è ricca di significati simbolici, intessuta di riferimenti colti, con un costante riferimento all'antichità classica (come in questo caso, alla figura di Penelope). Il dipinto in esame, che compare tra quelli presentati a Brescia presso la Galleria dell'Incisione in occasione della mostra "Alberto Savinio. Il sogno di un poeta" (2014), non è però incluso nel catalogo generale dell'artista curato da Pia Vivarelli nel 1996. Il soggetto, Penelope, che compare per la prima volta nella produzione dell'artista nel 1930, viene però affrontato in più occasioni negli anni Trenta e Quaranta, su diversi supporti e con differenti tecniche artistiche, ma sempre con la tipica deformazione in senso mostruoso dell'immagine che caratterizza la produzione finale dell'artista. Savinio declina e interpreta in vario modo, nel corso degli anni, per l'atteggiamento della figura femminile di Penelope uno spunto tratto da una fotografia giovanile della madre. La donna-pellicano rientra nei tratti più tipici presenti nelle opere dell'artista, caratterizzate da una capacità visionaria e popolate da esseri immaginari. Nei confronti di questi personaggi con testa animalesca, Savinio esclude ogni intenzione satirica-caricaturale, tutt'altro, si tratta invece di un'accentuazione psicologica. Questi suoi dipinti li definisce 'studi di carattere' o meglio 'ritratti', perché il vero ritratto è la rivelazione "dell'uomo nascosto". Il dipinto in esame realizzato con tecnica mista su cartone, costituisce un'opera rara e importante (tecnica poco diffusa nel repertorio dell'artista), di estrema eleganza stilistica che posta l'attenzione per il genere pittorico del ritratto, della natura morta e del paesaggio, e anche della grafica illustrativa, la scenografia e le arti decorative. L'opera, su base stilistica, è databile intorno al 1940, sia per la gamma cromatica raffinata, sia per il tratto pittorico pastoso e aggraziato che per e la linea fluida. Il dipinto inoltre risulta significativo dell'attività del pittore per l'interpretazione surrealistico-mitologica della letteratura antica; e costituisce testimonianza rilevante per la comprensione della storia artistica di Savinio e di questo aspetto singolare dell'arte italiana (dalla relazione storico-artistica di M. Cristina Dossi, cfr. Decreto allegato)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901392920
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - Savinio - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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