Lohengrins Abschied ("Lohengrins Abschied" di Richard Wagner). Addio di Lohengrin

piatto, ca 1887 - ca 1915

Piatto circolare lobato con decoro figurato al centro e elementi di ornato sulla tesa

  • OGGETTO piatto
  • MATERIA E TECNICA porcellana dura/ pittura
    porcellana dura/ doratura
    porcellana dura/ decalcomania
    porcellana dura/ invetriatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Dresda
  • ATTRIBUZIONI Porzellanmalerei Ambrosius Lamm, Dresda (attiva Dal 1887 Al 1934)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Guardaroba di Palazzo Pitti/ Lascito Laguzzi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO piazza de' Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo esemplare appartiene alla serie di piatti della collezione del sacerdote Giacomo Laguzzi, residente per trent’anni a Dresda (si veda doc. Laguzzi 3, nelle relative schede), che il 20 aprile 1942 li donò “alla Raccolta delle Porcellane nel Palazzo Pitti di Firenze”, come indicato nella prima pagina dell’elenco dei manufatti in porcellana donati dal religioso, a cui si aggiungono altri piatti, lastre dipinte statuette, vasi etc. (si veda doc. Laguzzi 1, nelle relative schede). Dallo spoglio di un verbale della R. Soprintendenza alle Gallerie per le provincie di Firenze Arezzo e Pistoia si apprende che la collezione, incrementata rispetto all’elenco proposto nel 1942 comprendente 104 dipinti su lastra porcellana (uno però è su ardesia eseguito in Vaticano) e 60 manufatti, è stata effettivamente acquisita dallo Stato italiano il 17 agosto 1943 (si veda anche doc. Laguzzi 2, nelle relative schede), previo permesso da parte del Governo tedesco giunto nel luglio del medesimo anno. Nell’elenco stilato dalla Soprintendenza sono annotati 104 dipinti su lastra in porcellana (di cui uno risulta su ardesia) e 87 manufatti tra statuette, piatti decorati, vasi, etc. Questa donazione fu incrementata da Laguzzi stesso il 4 dicembre del 1946 con l’aggiunta di sette dipinti su lastra in porcellana stavolta senza cornice, come specificato nella lettera da lui indirizzata al direttore della Galleria di Pitti (si veda anche doc. Laguzzi 5, nelle relative schede). La collezione fu inizialmente esposta nella denominata Sala delle Pietre Dure presso il Tesoro dei Granduchi (già Museo degli Argenti) a Palazzo Pitti, per essere trasferita nel mezzanino del medesimo palazzo, dove si trovava ancora nel 1973 quando fu citata da Sheila K. Tabakoff nel suo articolo sulla “Porcellana viennese nel Museo degli Argenti di Firenze” (cfr. Tabakoff 1973. Per la prima sede espositiva, si veda Rusconi 1935). Ciascuno dei dodici piatti dedicati ai drammi musicali composti da Richard Wagner presenta due scene descritte in una didascalia posta sul retro, dove viene indicato anche il componimento dal quale sono state ispirate. Sono quindi rappresentati episodi tratti da: “Lohengrin”; “Die Meistersinger von Nürnberg” (Maestri di Norimberga); “Parsifal”; “Rienzi”; “Tannhäuser”; “Der fliegende Holländer” (L’Olandese volante); “Tristan und Isolde” (Tristano e Isotta); “Das Rheingold” (L’oro del Reno); “Die Walküre” (La Valchiria); “Siegfried”; “Götterdämmerung” (Crepuscolo degli dei). Tra questi gli ultimi quattro appartengono a una tetralogia musicale composta da Wagner nel 1876 e intitolata “Der Ring des Nibelungen (L'anello del Nibelungo)”. Le scene sono dipinte a pennello, mentre la decorazione in oro è stata eseguita mediante l’applicazione di una cromolitografia, che nel Novecento verrà sostituita dalla tecnica della decalcomania. La ripetitività del motivo a ornato riconduce questi piatti a una serie. La marca che recano sul retro in prevalenza è da identificare con la Manifattura di Wilhelm Koch (1928 circa-1949) attiva a Dresda, come indicato nella marca stessa, mentre l’iscrizione “Bavaria” su oro è affiancata da una numerazione, poco leggibile, che porta a ipotizzare una progressione di questi piatti ad ulteriore conferma della loro appartenenza a una serie. L’esecutore delle scene, alcune delle quali tratte dagli affreschi nel castello di Neuschwanstein, è da ricondurre a Edwin Krause sull’indicazione della lista delle opere donate dal Laguzzi (si veda doc. Laguzzi 1, nelle relative schede), che ha anche chiarito come i nomi dei decoratori citati siano pressoché sconosciuti, ad esclusione dei fratelli Albert e Louis Scherf a cui si deve la realizzazione della maggior parte dei dipinti su lastra in porcellana, come confermato anche dalla loro firma presente sugli stessi (si veda doc. Laguzzi 4, nelle relative schede). Nonostante sia accomunato alla serie di piatti con scene tratte dai libretti di Wagner, l’esemplare qui presentato differisce da questa sia per la sagomatura della tesa, oltreché per l’assenza di alcuni motivi a ornato, sia per la marcatura in blu con la scritta “Dresden” sormontata da un agnello riconducibile alla Porzellanmalerei Ambrosius attiva a Dresda dal 1887 al 1934. Quest’ultima è accompagnata da un fiore dorato, probabilmente da ricondurre al decoratore, come proposto nel repertorio Robert E. Röntgen, “Marks on German, Bohemian and Austrian porcelain 1710 to the present”, dove alle pagine 77-78 sono riprodotti fiori in oro simili al nostro con l’indicazione “decorator’s mark” e il nome del pittore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901143099
  • NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti 2081
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • ISCRIZIONI a tergo - "Lohengrins Abschied" - corsivo -
  • STEMMI a tergo - di fabbrica - Marchio - "Dresden " sormontata da un agnello, in blu
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA dichiarazione autografa (1)
    dichiarazione autografa (2)
    dichiarazione autografa (3)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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