figura femminile

scultura,

Scultura in marmo raffigurante una figura femminile

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo di San Giuliano/ scultura
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Agli inizi degli anni Settanta del Duecento, Giovanni doveva già sovrintendere ai lavori per la decorazione scultorea del battistero di Pisa. Giorgio Vasari, nell'introdurre la biografia del più giovane dei Pisano, di cui dà un giudizio assai lusinghiero, immagina tra il padre e il figlio una specie di passaggio del testimone: "Ebbe [...] Nicola un figliolo chiamato Giovanni, il quale perché seguitò sempre il padre e sotto la disciplina di lui attese alla scultura et all'architettura, in pochi anni divenne non solo eguale al padre, ma in alcuna cosa superiore; onde essendo già vecchio, Nicola si ritirò in Pisa e lì vivendo quietamente lasciava d'ogni cosa il governo al figliolo". Già sotto la guida di Nicola si era provveduto a rifinire con diverse sculture la struttura architettonica del battistero, ponendo una serie di busti e mascheroni di gusto antichizzante. Quando Giovanni subentrò al genitore, si pensò di popolare i sovrastanti timpani gotici con colossali busti e vere proprie figure intere di personaggi laici e religiosi. Il fatto che queste sculture dovessero godersi a grande distanza consentì di sottoporre i blocchi di marmo di San Giuliano a una scappellatura più rapida e sommaria, con un modo di procedere significativamente diverso rispetto a quello adottato da Nicola, che per garantire la leggibilità delle immagini a lungo raggio accentuava semplicemente i tratti facciali. Le ventitré statuette poggianti su basi semicircolari, appaiono oggi mal giudicabili, soprattutto per il loro stato di conservazione, sebbene sia ancora leggibile in esse un forte dinamismo e uno stile evidentemente abbreviato. Non tutte di grande qualità, tra cui questa figura femminile con mano destra al petto, se ne distinguono poche degne di nota. A prescindere dalla corrosione causata da tanti secoli di esposizione alle intemperie, la maggior parte di queste sculture è talmente rozza da far pensare che Giovanni, partendo alla volta di Siena, abbia abbandonato l'impresa che venne poi portata a termine da mediocri lapicidi ( tra i quali però aveva il titolo di maestro un Albertino del fu Tommaso che figurava come teste nel documento del 13 marzo 1284 dal quale risulta che Nicola era già morto ). Ma in queste statue nelle quali si manifesta inequivocabilmente, se non la diretta partecipazione, la realizzazione di un'idea di Giovanni, è possibile scorgere il trapasso dai modi delle statuette del bacino superiore della fontana perugina a quella delle grandi statue senesi. Così, ad esempio, i primi si riflettono nella originale, perché più sintetica e mossa, ripresa del classico motivo della "ponderazione" della Salomé perugina nella figura di Santa, o di Vergine, con la mano destra sul petto, la cui testa tra le meglio conservate, nelle floride guance e nel collo carnoso somiglia a quelle della "Domina Laci" e della "Domina Clausii" di Perugia. Questa statua deve essere una delle più antiche del ciclo. Purtroppo non riusciremo mai a conoscere il loro ordine originario, e quindi è per sempre perso il sottile gioco di rimandi che collegava figura a figura; ma queste figure mosse in passi di danza e in slanci improvvisi si legavano tra loro in cadenza, nello scorrere uguale della parete curva, alternandosi al rintocco regolare delle flèches e a motivi vegetali che concludono i pinnacoli; in questo modo, agli esperimenti di ritmiche sconnesse, elementari, ma violentissime, che avevano luogo nei tabernacoli sottostanti si contrapponeva il gioco liberissimo di queste figure librate nell'aria e nella luce che, con i loro rimandi e le loro libere rime, cingevano di una corona di tenuissima, imprevedibile invenzione spaziale la mole rigorosa del battistero. Il principio della ripresa a distanza dei ritmi interrotti, essenziale nell'architettura e nella scultura "gotiche" d'oltralpe, trova qui una delle sue applicazioni più felici. Giovanni, più o meno negli stessi anni in cui si dedicava al gioco sottile di allusioni teologiche insito nel complesso delle statue della facciata del duomo di Siena, concepì questa corona di portatori di reliquie del battistero, ispirata non solo al semplice concetto che le reliquie dei santi sono insieme il trofeo e l'usbergo della chiesa pisana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769174
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769174
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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