studio per la decorazione della cupola della Sagrestia Nuova

disegno, ca 1526 - ca 1526

n.p

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita nera/ penna/ inchiostro
  • ATTRIBUZIONI Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
  • LOCALIZZAZIONE Casa Buonarroti
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno che, come dimostra il digradare dei lacunari verso l'alto, sicuramente concerne il cassettonato di una cupola, presenta una vicenda attributiva complessa: ritenuto non autentico, la su autografia fu rivendicata da Thode, che nel 1913 avanzò l'ipotesi della relazione de foglio con la Sagrestia Nuova. Paola Barocchi, nel 1962, invece intravide nel disegno l'opera di un membro della fiorentina Accademia del Disegno. Tolnay, accettando quest'ultima ipotesi, collegò nel 1976 il disegno all'opera di Giovanni da Udine (1487-1564), autore, soprattutto a Roma, di celebri decorazioni a stucco e a grottesche, ma successivamente accolse l'attribuzione michelangiolesca. Più di recente Michael Hirst ha ripreso la proposta attributiva di Thode, sostenendo che in questo caso si tratta di un disegno-modello, tecnicamente affine a quello per la facciata di San Lorenzo, fatto per essere presentato al papa. Verso la fine di gennaio del 1524 Clemente VII aveva effettivamente chiesto a Michelangelo di fargli avere un disegno riguardante la progettata decorazione; disegno che Michelangelo inviò, ma che gli fu restituito dal pontefice pochi giorni dopo, con una lettera allegata che ne lamentava la genericità delle indicazioni. Hirst ha ritenuto identificare quel disegno proprio con questo, ma non tutta la critica è concorde è concorde, giacché altri schizzi contemporanei potrebbero avere consimili probabilità di identificazione. E' tuttavia indubbio che il 127 A era destinato a essere realizzato in stucco: il riquadro profondo, coronat da rosette e delimitato da fuseruole, che contiene l'abbozzo di una scena non identificata, ha una grande forza espressiva ed l'alternarsi di luci e ombre è realizzato con singolare effetto plastico. Un effetto che, se confrontato con gli studi per le sculture a tutto tondo, dimostra la straordinaria capacità di Michelangelo nel restituire abilmente la consistenza materica e il rilievo schiacciato dello stucco. Joannides ha considerato questo disegno come un semplice suggerimento e non un vero e proprio modello per lo stuccatore, ritenendo improbabile la sua ripetizione per ogni cassettone della cupola, e ne ha proposto una datazione più tarda, verso il 1526, in occasione di una possibile venuta - poi rinviata - di Giovanni da Udine a Firenze. Interessante è anche la proposta, dello stesso Joannides, di mettere questo stucco in rapporto sia con quelli donatelliani della Sagrestia Vecchia, sia con quelli probabilmente previsti da Michelangelo, ma mai realizzati, per i tondi nei pennacchi, per le lunette sopra le tombe e per i pannelli rettangolari sopra le lunette della Sagrestia Nuova. Giovanni da Udine lavorò fra il 1532 e il 1533 alla decorazione della cupola, ma non è certo se l'abbia portata a termine. Certo è invece che alcuni decenni dopo il Vasari, apprezzandone l'esecuzione ("i bellissimi fogliami di stucco e d'oro") ma forse ritenendola un elemento decorativo troppo isolato e cromaticamente stridente col contesto bicromo della sagrestia, la rimosse completamente. Anche alcuni saggi stratigrafici eseguiti in tempi recenti non hanno consentito di rinvenire alcuna traccia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900747386
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario degli oggetti d'arte 127 A
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI in alto a destra - 127 - numeri arabi - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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